“Aiuto, mi strappo i capelli e non riesco a fermarmi!” questa è la frase tipo delle tante e-mail e messaggi che arrivano di persone che sono intente a strapparsi i capelli . Spesso strappano e tirano i capelli e li guardano cadere sul pavimento, a volte li mangiano, altre volte li raccolgono e buttano via.
La tricotillomania rientra nel novero nei disturbi del controllo sugli impulsi, la cui caratteristica peculiare sta nell’incapacità di chi ne soffre di resistere ad un desiderio, che si manifesta come una tentazione incalzante di eseguire un’azione precisa. Le persone colpite da questo particolare disturbo comportamentale prendono a strapparsi i capelli o i peli, fino a procurarsi fenomeni infiammatori quali dermatiti ed alopecia. Nei casi più gravi, insieme alla tricotillomania può comparire la tricofagia, ovvero l’abitudine di ingerire i capelli appena strappati. Entrambi i comportamenti appena descritti possono essere originati da numerosi fattori, fra cui la predisposizione personale ed alcuni fattori ambientali. Chi soffre di questo disturbo si sente costretto ad eseguire in continuazione questo genere di azioni auto-lesive, pur ammettendone l’assurdità. Tale comportamento è stato spiegato dagli psicologi e dai medici che ne hanno studiato le caratteristiche, come un bisogno di addomesticare l’ansia crescente. Al contrario, ogni tentativo di resistere a tale bisogno impellente può causare un aumento dello stato ansioso. L’atto compulsivo, inoltre, viene accompagnato da una sensazione di gratificazione che ne determina la cronicizzazione. L’individuo colpito da tricotillomania tende a strapparsi capelli e peli soprattutto quando è impegnato in altre attività, quali la lettura, piuttosto che una conversazione telefonica, quando è alla guida o quando osserva la televisione. Un’elevata percentuale di persone colpite da questa patologia tende a concentrare questi bizzarri comportamenti soprattutto di sera o durante la notte. Generalmente, nessun paziente si strappa i capelli in presenza di altre persone, anzi, questi soggetti tendono a nascondere i danni provocati dai loro comportamenti reiterati mediante l’uso di cappelli e sciarpe. Le difficoltà incontrate dai medici nel diagnosticare la tricotillomania, in passato inducevano a pensare che questa fosse una condizione abbastanza rara. Oggi, invece, si ritiene che nei soli Stati Uniti d’America questa condizione colpisca una fetta della popolazione compresa fra i sei e i nove milioni di abitanti. È probabile che l’aumento dello stress ed alcuni fattori ambientali possano aumentare le possibilità di restare vittima di questo disturbo di natura ossessivo compulsiva. Nella maggior parte dei casi, l’esordio della malattia avviene verso i 10-12 anni di età e presenta caratteristiche differenti da soggetto a soggetto. Alcuni pazienti hanno mostrato come questa patologia possa essere passeggera o soltanto sporadica. Altri, invece, hanno evidenziato l’adozione di un comportamento di tipo cronico. Inoltre, l’azione può cadere soltanto durante brevi momenti sparsi durante il corso della giornata o può avvenire in maniera più costante e durare molte ore. Alcune persone hanno evidenziato anche una certa capacità di liberarsi del disturbo e restarne immuni per periodi di tempo abbastanza lunghi, quali intere settimane o mesi. Tuttavia, all’aggravarsi delle condizioni di stress che ne causano la comparsa, spesso ricompare anche la malattia.
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PSICOLOGO – PSICOTERAPEUTA ACERRA