L’ansia di oggi è figlia della prestazione che non ci mette nella condizione di godere di nulla, non ci da neanche il tempo di fermarsi e dedicarsi un momento per un colloquio dallo psicologo! “Il vero viaggiatore sa bene che il viaggio è importante quanto la meta. Anzi spesso di più, perché esso è movimento, trasformazione, conoscenza. Tuttavia egli, raggiunta la meta, sa come goderla; la vive, e poi, quando vuole, riparte verso un’altra meta. Un discorso che dovrebbe esser valido anche per il grande viaggio che è la vita di ognuno; purtroppo non è così e l ‘ ansia è qui a confermarlo.” Più mete, più ansia! Nell’odierna cultura della prestazione ogni volta che si è raggiunto un “traguardo” (un risultato professionale, uno stato sociale o familiare, un acquisto desiderato…), non si riesce a goderlo e ad apprezzarlo perché subito la mente è pronta a produrre un altro limite da superare, e poi un altro ancora. In questo turbine siamo puntualmente assaliti dall’ ansia: se in superficie sembriamo molto attivi e dinamici, nel profondo sappiamo che la vita vera non si muove di un passo e l’ ansia puntualmente ce lo ricorda. Quando non viviamo il presente diamo un assist all’ansia! Read more…
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Training autogeno e musica rilassante contro l’ansia, stress, attacchi di panico. Studio di psicologia e psicoterapia – Psicologo Acerra, Caivano, Casalnuovo, Marigliano, Pomigliano, Mariglianella, Frattamaggiore, Maddaloni, Cancello, Crispano, Orta di Atella
Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità (DOCP) è un disturbo di personalità caratterizzato dalla tendenza al perfezionismo e al raggiungimento di elevati standard di prestazione che si traducono in una attenzione minuziosa per i dettagli, le procedure, le liste, tanto che, spesso, viene perso di vista l’obiettivo finale del compito. Sono presenti, inoltre, eccessiva preoccupazione per l’ordine, perseveranza, ostinazione, indecisione, difficoltà a manifestare le proprie emozioni e tendenza ad essere molto coscienziosi, moralisti e critici, soprattutto verso i propri errori. I soggetti affetti da tale disturbo sono convinti che le regole vadano seguite in modo rigido e mostrano grande difficoltà nel tollerare quelle che considerano infrazioni. Ne conseguono mancanza di flessibilità, bassa tolleranza alla frustrazione e difficoltà a sperimentare situazioni nuove o a correre rischi. Come si manifesta il Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità? I soggetti con DOCP presentano comportamenti coerenti con le seguenti caratteristiche: eccessiva dedizione al lavoro e alla produttività, al punto da minimizzare l’importanza dei momenti di svago e delle amicizie; difficoltà a completare compiti e a raggiungere obiettivi legati a standard interni di comportamento rigidi e irragionevolmente elevati e inflessibili; atteggiamenti eccessivamente moralistici e coscienziosi; difficoltà ad empatizzare, ovvero a comprendere e ad apprezzare idee, sentimenti e comportamenti Read more…
L’ipocondria è un disturbo psicologico la cui sintomatologia prevalente è caratterizzata da un’eccessiva preoccupazione relativa al proprio corpo, ai sintomi fisici ed, in generale, ai temi della salute e della malattia. Il soggetto ipocondriaco vive con la costante paura di poter contrarre una malattia e/o con il sospetto/certezza che una malattia seria sia già in atto. Tali paure, entrambe associate alla paura della morte, determinano reazioni comportamentali diverse: la ricerca di rassicurazione ed il checking nel primo caso, l’evitamento e la fuga nel secondo. La paura di avere già una malattia si associa, generalmente, alla ricerca ossessiva di rassicurazioni mediche, alla richiesta di effettuare test e analisi, al ricorrente auto-esame corporeo, alla ricerca di materiale informativo medico, e al ricorso a preparati farmaceutici o fitoterapici. I pazienti possono adottare in maniera stabile il “ruolo di malato”, vivendo come invalidi ed evitando sforzi occupazionali o responsabilità personali. Possono lamentarsi persistentemente della loro salute e discutere le proprie preoccupazioni in gran dettaglio con chiunque si mostri disponibile ad ascoltarli e possono diventare interlocutori difficili per i propri medici di famiglia. Il rapporto con i medici può risultare pesantemente compromesso laddove il paziente ipocondriaco senta che il proprio medico non è in grado Read more…
“Se riuscire a dimenticare è segno di sanità mentale, il ricordare senza posa è ossessione e follia”. Jack London, Il vagabondo delle stelle, 1915 Avevo un sogno..non so se fosse il MIO sogno oppure l’incarnazione di quello che gli altri si aspettavano da me..in ogni caso era un modo per affermare me stessa, quello che ero stata e quello che avrei dovuto essere..svolgere quella professione sarebbe stato il minimo per me..un risultato quasi scontato per chi aveva sempre ottenuto tutti i risultati brillanti che voleva..mi bastava studiare per ottenere tutto! Cosa importava non uscire, non divertirsi? Alla fine io avevo il mio bel risultato e tanto bastava! Doveva andare così anche questa volta..l’ultima volta..quella fondamentale..quella che mi avrebbe permesso di coronare 20 anni di sacrifici..20 anni spesi sui libri..privandomi di tutto e tutti..privandomi di momenti che non torneranno più..ma ne sarebbe valsa la pena se fossi diventata quello che avrei voluto..se avessi raggiunto quel traguardo così ambito che mi avrebbe fatto essere importante agli occhi di tutti! E invece il mio cervello ha fatto track! Si è rotto l’ingranaggio perfetto e mi è venuto il doc..il doc..una cosa che non riesci nemmeno a capire cosa sia..c’è ma non lo vedi, non Read more…
Sembra quasi impossibile ma, di fatto, la sindrome ansiosa esordisce soprattutto nell’adulto giovane, intorno ai 20 anni: stiamo parlando di uno stato d’animo caratterizzato da un intreccio di paure e tensioni – generalmente irrazionali – non correlate ad alcun preciso e concreto stimolo esterno. Sintomi La sindrome ansiosa spesse volte degenera in palpitazioni, tachicardia, tremori, nausea, vasocostrizione periferica, iperidrosi ed affaticamento respiratorio, conseguenza soprattutto (ma non solo) dell’aumento dei livelli plasmatici di corticosteroidi e di adrenalina. La sindrome ansiosa è una malattia psicologica che si traduce in effetti realmente apprezzabili, comportando una serie di conseguenze negative sullo stato d’animo del malcapitato: è un sentimento penoso di imminente pericolo e paura. Classificazione delle ansie In generale, la sindrome ansiosa si classifica in due grandi gruppi: Il primo gruppo è caratterizzato da ansie a sé stanti, come ad esempio attacchi di panico, fobie (es. aracnofobia), disturbi di tipo ossessivo-compulsivo (tensioni ed ossessioni percepite come inappropriate ed intrusive, che assediano i pensieri, divenendo insopportabili), ansia da stress; Il secondo gruppo comprende diverse tipologie generalizzate di sindrome ansiosa, come ad esempio ansie situazionali, ansie da prestazione, ansie da separazione ecc. Cause Al tempo attuale, per far fronte ai numerosissimi impegni ed obblighi quotidiani – Read more…
La caratteristica principale del disturbo è l’ansia eccessiva manifestata dal bambino quando si deve separare da qualcuno della famiglia a cui è profondamente legato (di solito la figura materna). Tale stato di ansia deve essere inadeguato al livello di sviluppo e comparire per la prima volta nei primi sei anni di vita. I soggetti affetti da questo disturbo hanno di solito un comportamento normale finché sono in presenza del genitore o della figura primaria di attaccamento, ma manifestano intensa ansia nel momento in cui vengono da essa separati. Inoltre tendono ad esprimere paure irrealistiche e persistenti riguardo al verificarsi di eventi catastrofici che li possano separare per sempre dai genitori: temono di essere uccisi o rapiti o di incorrere in qualche grave incidente o malattia se lontani dai genitori, oppure che ai genitori capiti qualcosa di brutto quando sono lontani. Di solito evitano di rimanere soli anche per pochi minuti. Possono manifestare un’intensa riluttanza ad andare a scuola, in quanto ciò comporta un distacco dalla madre o, più in generale, dalla figura primaria di attaccamento. I bambini con questo disturbo spesso hanno difficoltà all’ora di andare a letto e possono insistere perché qualcuno stia con loro finché non si addormentano. Read more…
Secondo la classificazione del DSM-IV TR, il disturbo ossessivo compulsivo (conosciuto anche come DOC o OCD in inglese), è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni. È un disturbo che può presentarsi sia nell’infanzia che nell’età adulta, anche se l’incidenza massima la si ha tra i 15 e i 25 anni. Colpisce circa il 2-2,5% della popolazione generale: significa che su 100 neonati, 2 o 3 svilupperanno nell’arco della propria vita il disturbo. In Italia, sono circa 800.000 le persone colpite da DOC. È un disturbo che si cronicizza, anche se con fasi altalenanti di miglioramento e di peggioramento, ma a volte si aggrava fino a compromettere il funzionamento in diverse aree di vita. Raramente è episodico e seguito da una remissione completa dei sintomi. Il soggetto si sente spesso obbligato ad agire o pensare nel modo sintomatico e per questo cerca di contrapporsi e di resistere. Nonostante cerchi di contrastare e nascondere le sue azioni o i suoi pensieri, questo sforzo non lo aiuta affatto a modificare il proprio comportamento. Sintomi del DOC Il sintomo centrale del DOC è la presenza di ossessioni e compulsioni o sole ossessioni, che occupano un tempo significativo della giornata (un ora Read more…
L’ansia del mattino è una forma particolare di crisi di ansia. Essa si può manifestare in due modi precisi ed è accompagnata da una sintomatologia specifica. L’ansia è una complessa combinazione di emozioni negative che includono timore eccessivo, apprensione e preoccupazione, ed è spesso accompagnata da sensazioni fisiche come palpitazioni, dolori al petto e/o respiro corto. L’ansia mattutina, cioè quell’ansia che ci prende appena aperti gli occhi, oltre a seminare inquietudine e insicurezza provoca una stanchezza profonda. Il pessimismo prevale, sintomo di uno stato di depressione latente, che non deve essere sottovalutato. Le due forme di ansia mattutina Benché l’ ansia sia sempre sgradevole, l ‘ansia mattutina è tra quelle più invasive. Essa può presentarsi in due modi: 1) Ansia che si affaccia subito dopo avere aperto gli occhi, mentre si è ancora a letto. Essa si manifesta con uno stato di tensione di tutto il corpo e con palpitazioni che scattano appena ci rendiamo conto che la notte è finita e che una nuova giornata sta per iniziare. 2) Ansia che appare dopo alcune decine di minuti dalla sveglia, con uno stato di inquietudine man mano crescente fino a diventare una spiacevole sensazione di oppressione toracica. In entrambe le Read more…
Chi ne soffre crede di essere molto fragile e incapace di farcela da solo, ma in tutti esiste una forza nascosta che deve solo emergere: ecco come. “E adesso che sono da solo, come farò?”; “Ho bisogno di persone su cui poter contare”; “Per fortuna che c’era lui, se no chissà come avrei fatto!” e via dicendo. Sono solo alcune delle espressioni tipiche di chi vive se stesso come fragile, bisognosa di “appoggi” esterni, non autosufficiente a livello emotivo. Una percezione di sé che ha certo radici lontane nel tempo, e che obbliga chi la vive a stabilire dei rapporti di forte dipendenza psicologica da altre persone. Un obbligo che limita fortemente le libertà di scelta e di azione e che inquina talora irrimediabilmente la qualità sia della vita della persona, sia le relazioni con le “figure di riferimento”. Ma questa fragilità così limitante può svanire davvero, se siamo disposti a “sperimentare” un altro sguardo su noi stessi. Come fare? Tutti sono fragili e forti. Le persone che si considerano più fragili, dipendenti e bisognose spesso sono proprio quelle che nei momenti più difficili si dimostrano forti e determinate: ad esempio dover prestare soccorso, restare lucidi quando qualcuno ha bisogno, offrire Read more…
Ho ricevuto moltissime mail che mi hanno chiesto di trattare il tema del vaginismo. In un precedente articolo ho spiegato il concetto di vaginismo; in questo, però, vorrei parlare di come si cura a livello psicologico. ELEMENTO PRINCIPALE: ESCLUDERE CAUSE ORGANICHE Per prima cosa è necessario indirizzare la paziente ad un ginecologo che possa escludere qualsiasi causa organica del vaginismo (infiammazioni o malformazioni dell’apparato sessuale). Una volta appurato che le cause del disturbo sono psicogene, si può iniziare il trattamento che coinvolgerà la paziente e la coppia. Il principale obiettivo dell’intervento psicologico è quello di ridurre l’ansia associata al rapporto sessuale, in modo da eliminare la contrazione muscolare che impedisce la penetrazione. Nel corso della terapia si farà ricorso a specifiche tecniche quali: Training autogeno. Un’altra cosa importante è aiutare la donna con una terapia di rilassamento che favorisca il controllo dello stato ansioso durante il rapporto. Oltre al training autogeno si possono fornire visualizzazioni (o fantasie guidate)che aiutino la donna a rilassare i muscoli pelvici, come ad esempio immaginare la propria vagina come una rosa che lentamente sboccia, si apre e diventa un bel fiore. Esercizi di Kegel. Un ulteriore aiuto da fornire alla donna è l’apprendimento degli esercizi Read more…
Non abbiamo bisogno di combattere con i pensieri o di lottare contro di essi e nemmeno di giudicarli. Piuttosto possiamo semplicemente scegliere di non seguire i pensieri nel momento in cui siamo consapevoli che essi sono comparsi.Quando ci perdiamo nei pensieri, l’identificazione con essi diventa forte. Il pensiero spazza via le nostre menti, le porta via e in un batter d’occhio possiamo essere trasportati lontano. E’ come se noi salissimo sopra un treno di associazioni, non sapendo che ci stiamo salendo e certamente non conoscendo la sua destinazione. Ad un certo punto, lungo il tragitto, potremmo destarci e renderci conto che stavamo solo pensando, che stavamo solo facendo un viaggio. E quando scendiamo dal treno potremmo trovarci in un ambiente mentale molto diverso da quello in cui siamo saliti… (Goldstein 1993). Chiama il: 3288848414 INVIA SUBITO UN MESSAGGIO WHATSAPP LEGGI IL CURRICULUM DEL DOTT. REGA LEGGI LE OPINIONI DEGLI ALTRI PAZIENTI PSICOLOGO – PSICOTERAPEUTA ACERRA
<< Dottore ho paura di morire! >> <<Così tanta paura che mi viene da piangere, mi spavento, entro nel panico più totale!>> Queste frasi riecheggiano spesso nella stanza di terapia, la morte ed il panico sono temi centrali della storia di molti pazienti che soffrono di sintomatologie ansiogene. Dietro queste frasi c’è, quasi sempre, una grande verità: chi ha paura di morire è perché non ha ancora iniziato a vivere pienamente la propria esistenza. Nel paradosso della propria condizione, bisognerebbe trasmettere ai pazienti l’idea che l’ ansia è una delle più forti pulsioni vitali di cui siamo dotati. L’ansia negativa che nasce dalla frase “ho paura di morire!“ è uno dei sintomi che maggiormente esprimono un’immensa voglia di vivere, di creare, di manifestarsi con tutta la propria pienezza. Molti pazienti spalancano gli occhi di fronte ad una tale considerazione e quando gli rimando che, se l’ansia è venata di atmosfere mortifere – anzi, ancor di più in questi casi –, questa angoscia è da interpretare come una parte di noi stessi che dice: voglio assolutamente vivere. << Dottore, perché questa voglia di vivere si manifesta così violentemente e così negativamente? >> Quando i clienti fanno queste argute considerazioni, cerco di Read more…
Si può essere innamorati e allo stesso tempo depressi? Può sembrare un paradosso, poiché l’ amore e la passione, per loro natura, aumentano la vitalità di chi li prova. Eppure c’è un modo di vivere il rapporto di coppia che ha un potere altamente depressivo e che consiste nell’annullarsi in favore del partner. Non si tratta del classico adattamento, per il quale si sacrificano alcuni lati del proprio carattere ai cosiddetti compromessi dello stare insieme e si rinuncia ad alcuni bisogni o desideri per non scontrarsi con l’altro, ma di un continuo tentativo di accontentarlo in tutto: nelle sue richieste (dichiarate e non), nelle frequentazioni, nelle necessità professionali, nel suo modo di considerare la relazione e la persona con cui sta. Fin dall’inizio della storia si disconosce la propria identità per plasmarsi sul mondo dell’altro e sulle aspettative che egli ha su di noi. Si tralasciano le proprie amicizie, impegni, hobby, affetti. Una dedizione assoluta, che magari sulle prime il partner non ha richiesto ma a cui si è presto abituato, beneficiandone, e che ora si attende sempre, senza peraltro valorizzarla. Anzi: è anche possibile che dopo tutto questo egli ci trovi noiosi, privi di mistero, e ci dia ormai Read more…
Napoli, 20 gen. – (Adnkronos) – Parte dalla Campania la richiesta di istituire e regolamentare lo “psicologo del territorio”, una figura che operi nei settori della scuola e dei servizi sociali, colmando un vuoto con molti Paesi europei e del mondo, a cominciare dagli Stati Uniti. Attraverso una proposta di legge regionale ad iniziativa popolare, l’Ordine degli Psicologi della Campania riaccende i riflettori su un tema sollevato spesso gia’ in passato da addetti ai lavori e cittadini, sul quale pero’ le istituzioni nazionali e locali non sono ancora intervenute. Lo strumento utilizzato dall’Ordine prevedeva una raccolta firme, che e’ stata lanciata lo scorso ottobre. In due mesi e mezzo ne sono state raccolte 21.500, doppiando cosi’ il traguardo di 10mila fissato dalla legge regionale, che concede ai promotori quattro mesi per raggiungere l’obiettivo. ”E’ un risultato straordinario – sottolinea il presidente dell’Ordine campano Raffaele Felaco – frutto di una grande mobilitazione della categoria su tutto il territorio regionale. Abbiamo scelto questo strumento affinche’ le istituzioni percepissero questa figura come un bisogno della cittadinanza e, raccogliendo le firme in oltre 200 conferenze organizzate dall’Ordine, abbiamo preso coscienza del fatto che la gente ha piena consapevolezza della necessita’ di servizi psicologici”. Fonte: Read more…
Essere genitori di ragazzi affetti da malattie rare e con disabilità è difficile, ma essere fratelli lo è ancora di più. Ai fratelli di persone disabili gravi è dedicato il progetto “Essere fratelli di…” della onlus internazionale che ha sede a Reggio Emilia Ring 24 (http://www.ring14.org/), impegnata da 10 anni nella ricerca intorno a una malattia genetica rara provocata da alterazioni del cromosoma 14 e nata su iniziativa di un gruppo di famiglie. Anche la letteratura scientifica è mancante sul versante dei “fratelli di…”: concentrata come è sulle dinamiche tra genitori e figli disabili trascura spesso i disagi di quelli sani e i possibili percorsi per raggiungere quel benessere psicologico che li accompagnerà tutta la vita. Sottovalutando un altro aspetto fondamentale: verosimilmente, saranno proprio loro a doversi prendere cura dei fratelli svantaggiati in futuro. Da queste considerazioni è nato (ed è quest’anno alla quarta edizione) il progetto “Essere fratelli di…”. Principalmente per condividere esperienze e per crescere insieme, dicono i promotori, coinvolgendo principalmente i ragazzi che si trovano nella fase delicata della preadolescenza e adolescenza. “Spesso ai margini delle attenzioni dei genitori più concentrati sui bisogni dei figli disabili, i fratelli sono costretti a crescere in fretta – spiega la Read more…
La schizofrenia è una malattia cronica, grave e invalidante che colpisce il cervello: circa l’1 per cento della popolazione soffre di questa malattia. Le persone con questo disturbo possono sentire delle voci che gli altri non sentono, possono credere che gli altri leggano le loro menti, controllino i loro pensieri o che complottino per far loro del male: questo rende i malati di schizofrenia nervose od estremamente agitate. I pazienti colpiti possono dire cose senza senso, possono stare sedute per ore senza muoversi o parlare; a volte sembrano perfettamente normali fin quando non cominciano a parlare di ciò a cui stanno realmente pensando. Anche le famiglie e la società risentono dei problemi causati dalla schizofrenia: molte persone affette hanno difficoltà a conservare il proprio posto di lavoro o a prendersi cura di se stessi, e per questo devono fare affidamento su altri che possano aiutarli. Un trattamento adeguato aiuta ad alleviare molti sintomi, ma la maggior parte delle persone schizofreniche avvertono i sintomi della malattia per tutta la vita. Tuttavia molti malati possono condurre una vita gratificante e soddisfacente in comunità. I ricercatori stanno sviluppando dei farmaci più efficaci e stanno utilizzando nuovi strumenti di ricerca per capire le cause Read more…