Secondo la classificazione del DSM-IV TR, il disturbo ossessivo compulsivo (conosciuto anche come DOC o OCD in inglese), è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni. È un disturbo che può presentarsi sia nell’infanzia che nell’età adulta, anche se l’incidenza massima la si ha tra i 15 e i 25 anni. Colpisce circa il 2-2,5% della popolazione generale: significa che su 100 neonati, 2 o 3 svilupperanno nell’arco della propria vita il disturbo. In Italia, sono circa 800.000 le persone colpite da DOC. È un disturbo che si cronicizza, anche se con fasi altalenanti di miglioramento e di peggioramento, ma a volte si aggrava fino a compromettere il funzionamento in diverse aree di vita. Raramente è episodico e seguito da una remissione completa dei sintomi. Il soggetto si sente spesso obbligato ad agire o pensare nel modo sintomatico e per questo cerca di contrapporsi e di resistere. Nonostante cerchi di contrastare e nascondere le sue azioni o i suoi pensieri, questo sforzo non lo aiuta affatto a modificare il proprio comportamento. Sintomi del DOC Il sintomo centrale del DOC è la presenza di ossessioni e compulsioni o sole ossessioni, che occupano un tempo significativo della giornata (un ora Read more…


Chi ne soffre crede di essere molto fragile e incapace di farcela da solo, ma in tutti esiste una forza nascosta che deve solo emergere: ecco come. “E adesso che sono da solo, come farò?”; “Ho bisogno di persone su cui poter contare”; “Per fortuna che c’era lui, se no chissà come avrei fatto!” e via dicendo. Sono solo alcune delle espressioni tipiche di chi vive se stesso come fragile, bisognosa di “appoggi” esterni, non autosufficiente a livello emotivo. Una percezione di sé che ha certo radici lontane nel tempo, e che obbliga chi la vive a stabilire dei rapporti di forte dipendenza psicologica da altre persone. Un obbligo che limita fortemente le libertà di scelta e di azione e che inquina talora irrimediabilmente la qualità sia della vita della persona, sia le relazioni con le “figure di riferimento”. Ma questa fragilità così limitante può svanire davvero, se siamo disposti a “sperimentare” un altro sguardo su noi stessi. Come fare? Tutti sono fragili e forti. Le persone che si considerano più fragili, dipendenti e bisognose spesso sono proprio quelle che nei momenti più difficili si dimostrano forti e determinate: ad esempio dover prestare soccorso, restare lucidi quando qualcuno ha bisogno, offrire Read more…


Il mio motivo di disperazione era costituito dal fatto che mia moglie non mi amava più e che mi aveva dato tutte le colpe.Ho due figli, a cui sono legatissimo, ma il motivo per cui sono quasi impazzito dal dolore, è che ho rivissuto la mia infanzia difficile. Ho sentito sulla pelle la sofferenza dei figli, come io l’ avevo vissuta, i litigi e la disperazione dei miei. Tale sofferenza mi è rimasta dentro e non so quanto questa mi abbia fatto vivere male, osservando con occhi non razionali, la situazione.Ora comincio a capire, come dal nulla, dopo tanta confusione, ho la sensazione di aver preso in mano il timone della mia vita, ho cominciato a percorrere una strada che non conoscevo e non mi sento più in colpa. Ora so di avere delle responsabilità, so quali sono, ora osservo mia moglie con occhi diversi, non provo più rabbia,la capisco…per lei non è stata facile la nostra vita, ho scoperto che anche lei ha avuto messaggi negativi, diversi, ma uguali nell’ influire il modo di vedere le cose.Lei non sa che io faccio psicoterapia,gli avevo proposto di farla insieme a me, ma lei non ci crede…..non crede che la gente può Read more…


Ho iniziato la mia terapia in seguito ad attacchi di panico che si sono manifestati durante l’università. Erano diventati invalidanti. …..per me la psicoterapia è stata fondamentale…. ne avevo bisogno e non lo sapevo…………l’ho capito quando ho cominciato a soffrire di crisi d’ansia quasi ogni settimana……Sei mesi per ‘vivere’ me stessa da dentro verso fuori e non il contrario come avevo sempre fatto. Nel percorso ho sofferto un pò nel dover ammettere determinate cose che mi ero sempre nascosta riguardanti la mia famiglia e i rapporti con gli altri. Oggi sono felice, e soprattutto senza ansia. Anna,37 anni, Acerra


Non abbiamo bisogno di combattere con i pensieri o di lottare contro di essi e nemmeno di giudicarli. Piuttosto possiamo semplicemente scegliere di non seguire i pensieri nel momento in cui siamo consapevoli che essi sono comparsi.Quando ci perdiamo nei pensieri, l’identificazione con essi diventa forte. Il pensiero spazza via le nostre menti, le porta via e in un batter d’occhio possiamo essere trasportati lontano. E’ come se noi salissimo sopra un treno di associazioni, non sapendo che ci stiamo salendo e certamente non conoscendo la sua destinazione. Ad un certo punto, lungo il tragitto, potremmo destarci e renderci conto che stavamo solo pensando, che stavamo solo facendo un viaggio. E quando scendiamo dal treno potremmo trovarci in un ambiente mentale molto diverso da quello in cui siamo saliti… (Goldstein 1993).


  Migliorarsi, sviluppare le proprie potenzialità e conoscersi. Ecco un utile training che permette lo sviluppo e la percezione della propria immagine di sè.  STUDIO PSICOLOGIA ACERRA


Si può essere innamorati e allo stesso tempo depressi? Può sembrare un paradosso, poiché l’ amore e la passione, per loro natura, aumentano la vitalità di chi li prova. Eppure c’è un modo di vivere il rapporto di coppia che ha un potere altamente depressivo e che consiste nell’annullarsi in favore del partner. Non si tratta del classico adattamento, per il quale si sacrificano alcuni lati del proprio carattere ai cosiddetti compromessi dello stare insieme e si rinuncia ad alcuni bisogni o desideri per non scontrarsi con l’altro, ma di un continuo tentativo di accontentarlo in tutto: nelle sue richieste (dichiarate e non), nelle frequentazioni, nelle necessità professionali, nel suo modo di considerare la relazione e la persona con cui sta. Fin dall’inizio della storia si disconosce la propria identità per plasmarsi sul mondo dell’altro e sulle aspettative che egli ha su di noi. Si tralasciano le proprie amicizie, impegni, hobby, affetti. Una dedizione assoluta, che magari sulle prime il partner non ha richiesto ma a cui si è presto abituato, beneficiandone, e che ora si attende sempre, senza peraltro valorizzarla. Anzi: è anche possibile che dopo tutto questo egli ci trovi noiosi, privi di mistero, e ci dia ormai Read more…


“Capita molto spesso che io perda qualcosa, anche di nessun valore. Immediatamente comincio a cercarla ovunque e la ricerca di quella cosa diventa per me di vitale importanza. Mi innervosisco perchè non la trovo ma ancor di più perchè non riesco a fare a meno di cercarla. Mentre la cerco mi sento disperata, nervosa, frustrata e mi viene da piangere perchè so benissimo che quasi sempre quella cosa non mi serve assolutamente a nulla! Ad esempio, se perdo una matita, so benissimo che posso usarne un’altra che già ho o comprarne una nuova, ma comunque io voglio trovare quella matita! E continuo a pensarci! Anche se cerco di fare altro, di uscire, di studiare, di pulire casa..continuo a pensarci! E quel pensiero mi distrugge! Vorrei avere la mente libera da pensieri inutili come quello e magari dedicarmi a cose più utili oppure rilassarmi come fanno tutte le persone che non hanno questo problema. Come facevo io quando non avevo il doc! La cosa più assurda è che, anche se trovo quella maledetta matita, la soddisfazione che provo nell’averla trovata non è così forte come il bisogno che avevo di cercarla! Cioè, neanche quando la trovo mi sento soddisfatta! Perchè le Read more…

error: Questo contenuto è protetto!