Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità (DOCP) è un disturbo di personalità caratterizzato dalla tendenza al perfezionismo e al raggiungimento di elevati standard di prestazione che si traducono in una attenzione minuziosa per i dettagli, le procedure, le liste, tanto che, spesso, viene perso di vista l’obiettivo finale del compito. Sono presenti, inoltre, eccessiva preoccupazione per l’ordine, perseveranza, ostinazione, indecisione, difficoltà a manifestare le proprie emozioni e tendenza ad essere molto coscienziosi, moralisti e critici, soprattutto verso i propri errori. I soggetti affetti da tale disturbo sono convinti che le regole vadano seguite in modo rigido e mostrano grande difficoltà nel tollerare quelle che considerano infrazioni. Ne conseguono mancanza di flessibilità, bassa tolleranza alla frustrazione e difficoltà a sperimentare situazioni nuove o a correre rischi. Come si manifesta il Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità? I soggetti con DOCP presentano comportamenti coerenti con le seguenti caratteristiche: eccessiva dedizione al lavoro e alla produttività, al punto da minimizzare l’importanza dei momenti di svago e delle amicizie; difficoltà a completare compiti e a raggiungere obiettivi legati a standard interni di comportamento rigidi e irragionevolmente elevati e inflessibili; atteggiamenti eccessivamente moralistici e coscienziosi; difficoltà ad empatizzare, ovvero a comprendere e ad apprezzare idee, sentimenti e comportamenti Read more…
L’ipocondria è un disturbo psicologico la cui sintomatologia prevalente è caratterizzata da un’eccessiva preoccupazione relativa al proprio corpo, ai sintomi fisici ed, in generale, ai temi della salute e della malattia. Il soggetto ipocondriaco vive con la costante paura di poter contrarre una malattia e/o con il sospetto/certezza che una malattia seria sia già in atto. Tali paure, entrambe associate alla paura della morte, determinano reazioni comportamentali diverse: la ricerca di rassicurazione ed il checking nel primo caso, l’evitamento e la fuga nel secondo. La paura di avere già una malattia si associa, generalmente, alla ricerca ossessiva di rassicurazioni mediche, alla richiesta di effettuare test e analisi, al ricorrente auto-esame corporeo, alla ricerca di materiale informativo medico, e al ricorso a preparati farmaceutici o fitoterapici. I pazienti possono adottare in maniera stabile il “ruolo di malato”, vivendo come invalidi ed evitando sforzi occupazionali o responsabilità personali. Possono lamentarsi persistentemente della loro salute e discutere le proprie preoccupazioni in gran dettaglio con chiunque si mostri disponibile ad ascoltarli e possono diventare interlocutori difficili per i propri medici di famiglia. Il rapporto con i medici può risultare pesantemente compromesso laddove il paziente ipocondriaco senta che il proprio medico non è in grado Read more…
DEFICIT ATTENZIONE – CAUSE È normale che talvolta i bambini dimentichino di svolgere i loro compiti, abbiano la testa tra le nuvole in classe, facciano cose senza pensare, siano agitati a tavola. Ma la disattenzione, l’impulsività, l’iperattività sono anche segni del Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività o ADHD. Il deficit può causare problemi a scuola, compromettere la capacità del bambino di apprendere e stare con gli altri. Spesso l’ADHD continua nell’adolescenza e in età adulta e può interferire significativamente nella vita quotidiana, causando intense sofferenze emotive e distruggendo sogni e speranze. Per questo è importante imparare quali siano questi segni e sintomi e chiedere aiuto se li riconoscete nel vostro bambino. Nell’ultimo decennio, gli scienziati hanno imparato molto sul decorso del disturbo e sono ora in grado di identificarlo e di trattare i bambini, gli adolescenti e gli adulti che ne soffrono. I ricercatori non hanno ancora scoperto quali siano le cause dell’ADHD, sebbene molti studi suggeriscano che la genetica giochi un ruolo decisivo. Come molte altre patologie, l’ADHD è probabilmente il risultato di una combinazione di fattori diversi. Oltre alla genetica, i ricercatori stanno cercando possibili fattori ambientali e stanno valutando come eventuali danni cerebrali, elementi legati alla Read more…
“Se riuscire a dimenticare è segno di sanità mentale, il ricordare senza posa è ossessione e follia”. Jack London, Il vagabondo delle stelle, 1915 Avevo un sogno..non so se fosse il MIO sogno oppure l’incarnazione di quello che gli altri si aspettavano da me..in ogni caso era un modo per affermare me stessa, quello che ero stata e quello che avrei dovuto essere..svolgere quella professione sarebbe stato il minimo per me..un risultato quasi scontato per chi aveva sempre ottenuto tutti i risultati brillanti che voleva..mi bastava studiare per ottenere tutto! Cosa importava non uscire, non divertirsi? Alla fine io avevo il mio bel risultato e tanto bastava! Doveva andare così anche questa volta..l’ultima volta..quella fondamentale..quella che mi avrebbe permesso di coronare 20 anni di sacrifici..20 anni spesi sui libri..privandomi di tutto e tutti..privandomi di momenti che non torneranno più..ma ne sarebbe valsa la pena se fossi diventata quello che avrei voluto..se avessi raggiunto quel traguardo così ambito che mi avrebbe fatto essere importante agli occhi di tutti! E invece il mio cervello ha fatto track! Si è rotto l’ingranaggio perfetto e mi è venuto il doc..il doc..una cosa che non riesci nemmeno a capire cosa sia..c’è ma non lo vedi, non Read more…
Il disagio, la frustrazione, la scarsa fiducia in se stessi, la demotivazione e i problemi della condotta sono una conseguenza delle difficoltà di apprendimento, perché il bambino si rende conto di quanto sia faticoso per lui imparare nonostante l’impegno. Spesso sono bambini rimproverati o puniti dai genitori e dall’insegnante, che sono soliti dire: “Se si impegnasse di più, avrebbe maggiori risultati” “E’ un bambino intelligente, ma è svogliato” “Non studia, non si applica” Non studiare non è la causa, ma la conseguenza delle difficoltà di apprendimento. Ecco perché è importante diagnosticare precocemente tali difficoltà ed intervenire con trattamenti specifici. Vediamo ora alcune tipiche manifestazioni dei disturbi dell’apprendimento. Difficoltà nell’elaborazione linguistica: quando l’insegnante pone una domanda alla classe, il bambino con DSA non elabora immediatamente la risposta, ma continua ad elaborare la domanda ed arriva alla risposta molto dopo gli altri bambini. Ha la sensazione che tutto vada molto velocemente e, mentre lui è ancora impegnato nel cercare la risposta, la lezione è già andata avanti. Il bambino con tale disturbo è convinto che gli altri parlino molto velocemente, ma in realtà è lui che ha problemi nell’elaborare le informazioni che gli giungono. I tempi di attenzione sono diversi da quelli Read more…
“Sono stata all’inferno e sono tornata. Undici lunghi anni della mia vita ho vissuto con un’ombra dentro di me, un macigno, una voce che mi ripeteva nella testa : lui non mi vuole. Io, una delle tante, la terza scelta, forse la quarta. All’inizio è stato amore, per me, sconvolgente. Passione che bruciava carne e anima. Con lui mi sentivo io. Mi sentivo intera, unica, viva. Senza di lui mi sentivo mezza, o meglio a pezzi. Ho iniziato a vivere lentamente, ho messo cose tra me e lui. Non cose qualsiasi. Cose che mi piacevano davvero. Ho iniziato a fare foto. A esporle. A frequentare gruppi di volontariato, ho iniziato a percepire che l’amore era dentro di me, e che se non arrivava da lui , arrivava da molte altri parti. Ero cieca, sorda, e all’improvviso ho iniziato a vederci. Il vuoto che sentivo non era più vuoto, era pieno di cose piene. Era bello di cose belle. Non ero più mezza. Ero intera anche senza di lui. Bella senza dovermi vestire e pettinare per lui. Non c’era più il fuoco della passione, non c’era più il brivido della trasgressione, del rischio, del chissà se riuscirò ad averlo ancora, almeno solo una Read more…
Sembra quasi impossibile ma, di fatto, la sindrome ansiosa esordisce soprattutto nell’adulto giovane, intorno ai 20 anni: stiamo parlando di uno stato d’animo caratterizzato da un intreccio di paure e tensioni – generalmente irrazionali – non correlate ad alcun preciso e concreto stimolo esterno. Sintomi La sindrome ansiosa spesse volte degenera in palpitazioni, tachicardia, tremori, nausea, vasocostrizione periferica, iperidrosi ed affaticamento respiratorio, conseguenza soprattutto (ma non solo) dell’aumento dei livelli plasmatici di corticosteroidi e di adrenalina. La sindrome ansiosa è una malattia psicologica che si traduce in effetti realmente apprezzabili, comportando una serie di conseguenze negative sullo stato d’animo del malcapitato: è un sentimento penoso di imminente pericolo e paura. Classificazione delle ansie In generale, la sindrome ansiosa si classifica in due grandi gruppi: Il primo gruppo è caratterizzato da ansie a sé stanti, come ad esempio attacchi di panico, fobie (es. aracnofobia), disturbi di tipo ossessivo-compulsivo (tensioni ed ossessioni percepite come inappropriate ed intrusive, che assediano i pensieri, divenendo insopportabili), ansia da stress; Il secondo gruppo comprende diverse tipologie generalizzate di sindrome ansiosa, come ad esempio ansie situazionali, ansie da prestazione, ansie da separazione ecc. Cause Al tempo attuale, per far fronte ai numerosissimi impegni ed obblighi quotidiani – Read more…
La caratteristica principale del disturbo è l’ansia eccessiva manifestata dal bambino quando si deve separare da qualcuno della famiglia a cui è profondamente legato (di solito la figura materna). Tale stato di ansia deve essere inadeguato al livello di sviluppo e comparire per la prima volta nei primi sei anni di vita. I soggetti affetti da questo disturbo hanno di solito un comportamento normale finché sono in presenza del genitore o della figura primaria di attaccamento, ma manifestano intensa ansia nel momento in cui vengono da essa separati. Inoltre tendono ad esprimere paure irrealistiche e persistenti riguardo al verificarsi di eventi catastrofici che li possano separare per sempre dai genitori: temono di essere uccisi o rapiti o di incorrere in qualche grave incidente o malattia se lontani dai genitori, oppure che ai genitori capiti qualcosa di brutto quando sono lontani. Di solito evitano di rimanere soli anche per pochi minuti. Possono manifestare un’intensa riluttanza ad andare a scuola, in quanto ciò comporta un distacco dalla madre o, più in generale, dalla figura primaria di attaccamento. I bambini con questo disturbo spesso hanno difficoltà all’ora di andare a letto e possono insistere perché qualcuno stia con loro finché non si addormentano. Read more…
L’infanzia e l’adolescenza sono due fasi del ciclo di vita in cui l’individuo affronta numerosi compiti e cambiamenti che costituiscono normali tappe dello sviluppo cognitivo, affettivo e comportamentale. L’ingresso a scuola, l’integrazione con i coetanei, l’apprendimento di regole sociali, i cambiamenti del proprio corpo sono solo alcune delle sfide più importanti in cui il bambino e/o l’adolescente può incontrare difficoltà. In alcuni casi queste possono causare disagi eccessivi e comprometterne il normale funzionamento. Spesso i bambini hanno difficoltà a verbalizzare i propri bisogni ed è per questo motivo che è importante individuare il più precocemente possibile eventuali segni di disagio che frequentemente vengono espressi attraverso comportamenti più o meno visibili. Un intervento psicologico da parte di specialisti dell’età evolutiva è indicato non solo in casi di disturbo conclamato ma anche a scopi preventivi, di diagnosi e di sostegno. Fonte: ipsico.org Chiama il: 3288848414 INVIA SUBITO UN MESSAGGIO WHATSAPP LEGGI IL CURRICULUM DEL DOTT. REGA LEGGI LE OPINIONI DEGLI ALTRI PAZIENTI PSICOLOGO – PSICOTERAPEUTA ACERRA
Secondo la classificazione del DSM-IV TR, il disturbo ossessivo compulsivo (conosciuto anche come DOC o OCD in inglese), è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni. È un disturbo che può presentarsi sia nell’infanzia che nell’età adulta, anche se l’incidenza massima la si ha tra i 15 e i 25 anni. Colpisce circa il 2-2,5% della popolazione generale: significa che su 100 neonati, 2 o 3 svilupperanno nell’arco della propria vita il disturbo. In Italia, sono circa 800.000 le persone colpite da DOC. È un disturbo che si cronicizza, anche se con fasi altalenanti di miglioramento e di peggioramento, ma a volte si aggrava fino a compromettere il funzionamento in diverse aree di vita. Raramente è episodico e seguito da una remissione completa dei sintomi. Il soggetto si sente spesso obbligato ad agire o pensare nel modo sintomatico e per questo cerca di contrapporsi e di resistere. Nonostante cerchi di contrastare e nascondere le sue azioni o i suoi pensieri, questo sforzo non lo aiuta affatto a modificare il proprio comportamento. Sintomi del DOC Il sintomo centrale del DOC è la presenza di ossessioni e compulsioni o sole ossessioni, che occupano un tempo significativo della giornata (un ora Read more…
L’ansia del mattino è una forma particolare di crisi di ansia. Essa si può manifestare in due modi precisi ed è accompagnata da una sintomatologia specifica. L’ansia è una complessa combinazione di emozioni negative che includono timore eccessivo, apprensione e preoccupazione, ed è spesso accompagnata da sensazioni fisiche come palpitazioni, dolori al petto e/o respiro corto. L’ansia mattutina, cioè quell’ansia che ci prende appena aperti gli occhi, oltre a seminare inquietudine e insicurezza provoca una stanchezza profonda. Il pessimismo prevale, sintomo di uno stato di depressione latente, che non deve essere sottovalutato. Le due forme di ansia mattutina Benché l’ ansia sia sempre sgradevole, l ‘ansia mattutina è tra quelle più invasive. Essa può presentarsi in due modi: 1) Ansia che si affaccia subito dopo avere aperto gli occhi, mentre si è ancora a letto. Essa si manifesta con uno stato di tensione di tutto il corpo e con palpitazioni che scattano appena ci rendiamo conto che la notte è finita e che una nuova giornata sta per iniziare. 2) Ansia che appare dopo alcune decine di minuti dalla sveglia, con uno stato di inquietudine man mano crescente fino a diventare una spiacevole sensazione di oppressione toracica. In entrambe le Read more…
Chi ne soffre crede di essere molto fragile e incapace di farcela da solo, ma in tutti esiste una forza nascosta che deve solo emergere: ecco come. “E adesso che sono da solo, come farò?”; “Ho bisogno di persone su cui poter contare”; “Per fortuna che c’era lui, se no chissà come avrei fatto!” e via dicendo. Sono solo alcune delle espressioni tipiche di chi vive se stesso come fragile, bisognosa di “appoggi” esterni, non autosufficiente a livello emotivo. Una percezione di sé che ha certo radici lontane nel tempo, e che obbliga chi la vive a stabilire dei rapporti di forte dipendenza psicologica da altre persone. Un obbligo che limita fortemente le libertà di scelta e di azione e che inquina talora irrimediabilmente la qualità sia della vita della persona, sia le relazioni con le “figure di riferimento”. Ma questa fragilità così limitante può svanire davvero, se siamo disposti a “sperimentare” un altro sguardo su noi stessi. Come fare? Tutti sono fragili e forti. Le persone che si considerano più fragili, dipendenti e bisognose spesso sono proprio quelle che nei momenti più difficili si dimostrano forti e determinate: ad esempio dover prestare soccorso, restare lucidi quando qualcuno ha bisogno, offrire Read more…
Ho ricevuto moltissime mail che mi hanno chiesto di trattare il tema del vaginismo. In un precedente articolo ho spiegato il concetto di vaginismo; in questo, però, vorrei parlare di come si cura a livello psicologico. ELEMENTO PRINCIPALE: ESCLUDERE CAUSE ORGANICHE Per prima cosa è necessario indirizzare la paziente ad un ginecologo che possa escludere qualsiasi causa organica del vaginismo (infiammazioni o malformazioni dell’apparato sessuale). Una volta appurato che le cause del disturbo sono psicogene, si può iniziare il trattamento che coinvolgerà la paziente e la coppia. Il principale obiettivo dell’intervento psicologico è quello di ridurre l’ansia associata al rapporto sessuale, in modo da eliminare la contrazione muscolare che impedisce la penetrazione. Nel corso della terapia si farà ricorso a specifiche tecniche quali: Training autogeno. Un’altra cosa importante è aiutare la donna con una terapia di rilassamento che favorisca il controllo dello stato ansioso durante il rapporto. Oltre al training autogeno si possono fornire visualizzazioni (o fantasie guidate)che aiutino la donna a rilassare i muscoli pelvici, come ad esempio immaginare la propria vagina come una rosa che lentamente sboccia, si apre e diventa un bel fiore. Esercizi di Kegel. Un ulteriore aiuto da fornire alla donna è l’apprendimento degli esercizi Read more…
Claudio, 35 anni, non riesce più ad uscire di casa da solo; due mesi fa gli attacchi di panico l’hanno colto mentre era a tavola con la sua famiglia. Da allora le crisi sono tornate ogni due o tre giorni. Soffriva anche prima di cicliche forme d’ansia, ma ora comincia a escludere dalla sua vita tutte le situazioni che teme possano provocare gli attacchi di panico. Ha un rapporto molto stretto con la madre casalinga, un buon lavoro, e vive ancora in famiglia. Vorrebbe andare a vivere da solo ma non ci ha mai pensato seriamente. L’errore. Lasciarsi soggiogare dai riti familiari Claudio è ingabbiato in una casa da cui non sa uscire: nella sua vita il focolare domestico è accogliente ma troppo invadente; qualcuno lo dovrebbe ridimensionare, ma Claudio si è adagiato nella sua gabbia dorata. Guarda caso, in questa situazione arrivano gli attacchi di panico… È come se la sua energia vitale, che in famiglia si sta spegnendo, gli dicesse: attento, qui rischi di soffocare! La soluzione. Stimolare il bisogno di libertà Per ridurre il bisogno di accoglienza e sicurezza casalinga, è necessario stimolare il bisogno di libertà: nella vita di Claudio deve entrare in scena una parte più battagliera. Questo suggerimento Read more…
Sono sempre stata una persona ansiosa (soprattutto in campo scolastico e lavorativo, nonostante i risultati raggiunti), molto insicura, con autostima inesistente. Ho contattato uno psicoterapeuta approfittando di una iniziativa della mia regione per cui si poteva richiedere un colloquio gratuito: era un periodo in cui apparentemente “andava tutto bene”, ma io avevo anche iniziato a provare una rabbia fortissima che esplodeva di fronte a banalità, con mio marito, in scenate isteriche da manuale. Così, è iniziata: con molto impegno, ma anche un po’ di scetticismo, da parte mia. Gradualmente ho iniziato a prendere maggiori consapevolezze, la terapia mi faceva vedere cose che non accettavo: un anno fa a quest’ora ero divorata dall’ansia. Tante volte, nei momento di sconforto e soprattutto all’inizio mi sono chiesta: sto buttando via tempo e dei soldi? Servirà a qualcosa? E’ passato un anno e mezzo ed è servito eccome. La psicoterapia non mi ha dato (come credevo) l’illuminazione, la folgorazione sulla via di Damasco; il cambiamento è stato lento e impercettibile, ma c’è stato. La mia vita è la stessa di un anno fa, ma adesso io sento di avere la forza di viverla. Non credevo fosse possibile affrontare il mio lavoro (lo stesso che Read more…
Bulimia: non pensavo fosse possibile, ma alla fine ci sono riuscita! Sono riuscita ad affrontare in buona parte le mie problematiche bulimiche con un trattamento psicoterapeutico a cadenza settimanale. Ero reduce da un trattamento biennale di approccio differente che mi aveva fatto conseguire risultati solo parziali. Quando ho incontrato per la prima volta il nuovo terapeuta, quest’ultimo mi ha fatto capire che se avessi avuto il coraggio di sudare sette camice, avrei superato il mio problema in tempi relativamente brevi. Ho avuto fiducia in lui e mettendocela tutta, ho voluto provare. Non è stato semplice apprendere e automonitorarmi, a far uso delle attività alternative alle abbuffate e ad usare le tecniche del problem solving per prevenire le situazioni stressanti, ma la mia perseveranza ha vinto. Ho capito, anche se all’inizio con tutte le mie perplessità, che le diete potevano diventare paradossalmente la causa delle abbuffate e che molti dei miei pensieri e delle mie convinzioni erano disfunzionali per il mio benessere. Ho trovato e messo in pratica i pensieri, le aspettative e le convinzioni più funzionali a me stessa e alla fine sono riuscita ad incamminarmi sulla via della guarigione. Chiama il: 3288848414 INVIA SUBITO UN MESSAGGIO WHATSAPP LEGGI IL Read more…