NES (Night eating syndrome) o meglio conosciuta come ricorrenza alle abbuffate notturne è un disagio che si colloca tra 3 tipi di disturbi. Il disturbo alimentare, il disturbo del sonno e il disturbo dell’umore. Sarà compito dello psicoterapeuta riuscire a comprendere su quale binario viaggia questo ricorrere alla soluzione delle abbuffate notturne. Disturbo del sonno. Partendo da questo tipo di disturbo spesso il soggetto che durante la notte in preda alla fame divora tutto ciò che gli si presenta dinanzi cerca in realtà di trovare una soluzione per conciliare il sonno. L’assumere carboidrati o zuccheri ha un effetto sedativo sul sistema nervoso causando sonnolenza ma questa soluzione in realtà imposta anche un circolo vizioso per cui la notte seguente si avrà nuovamente lo stesso problema. Cosa induce questo circolo vizioso? Le abbuffate notturne comportano una serie di effetti collaterali che si ripercuotono sul resto della giornata costituendo le basi su cui si costruisce questo circolo vizioso. Tra gli effetti avremo sonnolenza mattutina, mancanza sistematica di appetito per la colazione, sensi di colpa e allenamenti continui per rimediare alle abbuffate notturne. Questi non fanno altro che peggiorare i sintomi predisponendo uno stato di rabbia e frustrazione che facilmente trovano rimedio nel Read more…
Chi si trova ad affrontare un particolare momento di stress in ambito lavorativo può essere colpito da un malessere che porta con sé una serie di manifestazioni e che viene definito “sindrome da esaurimento o stress lavorativo”, o “SINDROME DA ESAURIMENTO LAVORATIVO: BURNOUT”. Il Dott. Angelo Rega psicologo e psicoterapeuta ha risposto ad alcune domande per approfondire questa tipologia di stress che colpisce sempre più lavoratori. Cos’è innanzitutto la sindrome da esaurimento lavorativo? Questo malessere viene più propriamente definito “sindrome burnout” e letteralmente significa “bruciati dal lavoro”. E’ un disagio psicofisico che colpisce chi vive un particolare momento di stress che lo vede perennemente affaticato, logorato dal lavoro e poco produttivo. Il soggetto in questione ha difficoltà a reagire alla situazione lavorativa vissuta in maniera molto stressante. Quali sono le professioni più colpite da questa sindrome? La sindrome da esaurimento lavorativo interessa professionisti impegnati in attività interpersonali, le cosiddette professioni d’aiuto come medici, insegnanti, assistenti sociali o poliziotti ma anche familiari che assistono i propri malati in casa. Quali sono i sintomi? Il paziente affetto da questa sindrome più che da una stanchezza costante è continuamente accompagnato da disturbi fisici, psicologici e interpersonali. Insonnia, dolori muscolari, fatica cronica, disturbi gastrointestinali, Read more…
La Teoria dell’attaccamento è stata definita nel dopoguerra dallo psicologo e psicanalista britannico John Bowlby. Questa teoria ha costituito un modello di rottura rispetto alle teoria psicodinamiche classiche sullo sviluppo della relazione madre-bambino. La teoria ritiene l’esistenze ‘di una predisposizione innata negli esseri viventi, non solo negli uomini, a ricercare e mantenere una condizione di accessibilità fisica ed emotiva con la figura di riferimento o cargiver’. Sono state identificate, grazie al contributo di M. Ainsworth prima e di M. Main e J. Solomon dopo, quattro tipologie di attaccamento. SICURO INSICURO EVITANTE INSICURO AMBIVALENTE DISORGANIZZATO Il bambino SICURO è un bambino che ha sempre manifestato le proprie emozioni negative, che attivamente ha preso parte all’ambiente che gli appartiene e che ha avuto figure di riferimento costanti. Un bambino sicuro sarà un adulto capace di rendersi indipendente dagli altri, di chiedere aiuto e in grado di riconoscere il momento del distacco. Il bambino INSICURO EVITANTE è un bambino che è stato costantemente abituato a inibire le proprie emozioni negative, perché segnali di debolezza e fragilità. La figura di riferimento è spesso infastidita da comportamenti che attirerebbero la sua attenzione, come ad esempio il pianto. Il bambino allora si forma rispondendo diversamente a Read more…
L’insonnia è un disturbo del sonno per il quale il soggetto ha difficoltà a dormire, si sveglia molte volte durante la notte e fatica a riprendere sonno con conseguenze che si ripercuotono sul corso della giornata perché ci si sente sempre affaticati, stanchi, con poca concentrazione e difficoltà a ricordare ed apprendere. Se perdura questo disturbo si possono avere effetti anche psicopatologici legati alla depressione per esempio. La ricerca ha tentato di spiegare se la relazione tra le infiammazioni cellulari e la depressione potesse avere un legame con i disturbi del sonno. La ricerca ha spiegato che un aumento dell’infiammazione cellulare può comportare una maggiore produzione delle proteine C-Reattive (PCR) con conseguenti sintomi depressivi e disturbi del sonno. Un gruppo di ricercatori dell’Università della California, ritenendo l’infiammazione cellulare il fattore che provoca insonnia, ha studiato gli effetti della terapia comportamentale e del Tai chi su di esso. ‘La psicoterapia cognitivo-comportamentale per i disturbi del sonno consiste essenzialmente in una psicoeducazione, in un rafforzamento delle associazioni tra il letto e il momento di andare a dormire e in una ristrutturazione dei pensieri disfunzionali legati al sonno. Il trattamento dell’insonnia ha come obiettivo primario quello di migliorare la qualità e la quantità Read more…
La sindrome del colon irritabile è un’alterazione del benessere intestinale, un disturbo cronico che si manifesta con mal di pancia, spasmi, stipsi, diarrea, costipazione, gonfiore, dolori addominali. Questo disturbo gastrointestinale colpisce fino al 16% della popolazione degli Stati Uniti. Un gruppo di ricercatori della Vanderbilt University Medical Center ha svolto una ricerca (pubblicata sulla rivista Clinical Gastroenterology and Hepatology) analizzando 41 studi clinici che coinvolgevano oltre 2.200 pazienti. La ricerca ha dimostrato che gli effetti benefici della psicoterapia applicata a questo disturbo permangono a 6 mesi di distanza dal termine della terapia perdurando fino a 12 mesi. «Il nostro studio è il primo che ha esaminato gli effetti a lungo termine», ha detto l’autore senior Lynn S. Walker, professore di pediatria presso la Vanderbilt University Medical Center. «Abbiamo scoperto che i moderati effetti benefici che terapie psicologiche conferiscono a breve termine continuano nel lungo periodo. Ciò è significativo perché la sindrome del colon irritabile è una condizione cronica e intermittente per la quale non esiste un buon trattamento medico». L’analisi ha incluso diversi tipi di psicoterapia: dalle terapie cognitive a quelle basate sull’ipnosi. Quanto all’effetto benefico ottenuto, non sono state riscontrate differenze tra queste terapie e neppure tra quelle effettuate Read more…
Eritrofobia o propriamente paura di arrossire è un disturbo originato da una serie di sintomi e fattori genetici dell’individuo che ha la propria fonte nell’emotività dello stesso. Si manifesta fisicamente attraverso la cosiddetta ‘iperemia del viso’ che assume un colorito acceso. Ciò avviene a causa di un aumento della quantità di sangue nei vasi superficiali dilatati. A questo disturbo sono legati fattori psicologici come la paura di trovarsi di fronte a situazioni difficile da affrontare, paura di sbagliare, di fallire. Questo disturbo si manifesta soprattutto quando la persona deve affrontare un pubblico, deve parlare dinanzi ad una platea perché qui la paura e l’ansia che deriva da quella situazione si affianca a quella di arrossire avvertendo tachicardia, tensione a livello del torace e calore nelle parti alte del corpo. Molteplici possono essere le CONSEGUENZE: senso di insicurezza, di imbarazzo e di inferiorità di fronte agli altri; rifiuto nell’affrontare nuove situazioni che potrebbero scatenare il disturbo; astensione dall’esprimere le proprie opinioni all’interno di un gruppo, anche se si è convinti che siano più valide delle altre; scelte professionali in cui non vi siano contatti con il pubblico o con troppi collaboratori: spesso sono professioni al di sotto della propria qualifica; si Read more…
Il Disturbo borderline di personalità è un disturbo della regolazione delle emozioni che porta il soggetto a veloci cambi d’umore, una forte impulsività e difficoltà relazionali. Il disturbo borderline è uno dei disturbi di personalità più diffusi soprattutto tra i giovani. L’inizio avviene in età adolescenziale o prima età adulta. Il soggetto affetto da questo disturbo di personalità riesce facilmente a passare da uno stato di serenità a grande tristezza. E’ colpito da cascate emotive contrastanti che gli creano gran caos. Questi sbalzi emotivi sono dovuti ad aventi relazionali anche di media piccola portata che in altri soggetti non comporterebbero le stesse conseguenze o reazioni. La loro reazione emotiva è molto più immediata e duratura da qui la disregolazione emotiva che è più complicata da gestire. Un’altra particolarità di coloro che soffrono di questo disturbo è la difficoltà a riflettere in maniera oggettiva e lineare sui rapporti interpersonali, sulle proprie azioni e stati d’animo. Spesso intrattengono relazioni non molto durature e poco facili e tra le altre cose l’idealizzazione del partner è comune. Non conoscono mezze misure e questo si riflette anche nel giudizio sulle persone con cui intrattengono rapporti. Esistono solo buoni o cattivi quindi idealizzazione o svalutazione dell’altro. Read more…
La dipendenza affettiva o ‘love addiction’ è uno stato patologico nel quale una persona vive il proprio rapporto sentimentale nella maniera più passiva possibile. Oggetto della dipendenza è l’amore stesso che può indirizzarsi verso il proprio partner o anche un genitore o amico. La persona dipendente cerca in ogni modo di compiacere l’altra, vivendo il rapporto in funzione dell’altra persona. Il solo pensiero di non poter più vivere con lei getta il dipendente nella crisi più totale. Spesso coloro che soffrono di questo stato sono persone che non credono in sé stesse, persone fragili alla ricerca di una persona che possa fornire loro quel sostegno di cui credono di aver bisogno, anche se l’altra può servirsene e abusarne. A loro importa solo lo stare bene insieme, a qualsiasi costo a volte. Riuscire a rendersene conto è l’inizio della libertà. Si arriva alla consapevolezza di trovarsi in una gabbia d’oro in cui il volerci rimanere sembra essere il bisogno ma il liberarsi è la necessità. Spesso chi resta vittima della dipendenza affettiva ha a che fare con un partner che avvalora le considerazioni su di sé del dipendente, è una persona forte e sicura di sé che funge da protezione per Read more…
Essere sottoposti a continue richieste esterne di carattere sociale, emotivo o cognitivo può compromettere la risposta del nostro organismo e scatenare stress e disturbi collegati. Lo stress attraversa tre fasi definite. Fase di allarme -> in questa fase l’individuo cerca di rispondere alle eccessive richieste Fase di resistenza -> il soggetto si adatta alle eccessive richieste Fase di esaurimento -> l’individuo cede e compaiono i primi sintomi emotivi e fisici. Lo stress può distinguersi in due categorie. Lo stress acuto si verifica in una sola volta e in tempi brevi. Lo stress cronico invece ha una durata meno limitata. Lo stress cronico può a sua volta manifestarsi come stress cronico intermittente che ha un tempo limitato e cadenza regolare oppure stress cronico propriamente detto che è invece di lunga durata Lo stress può essere provocato da: eventi della vita sia piacevoli che spiacevoli (ad esempio: matrimonio, nascita di un figlio, morte di una persona cara, divorzio, pensionamento, problemi sessuali); cause fisiche: il freddo o il caldo intenso, abuso di fumo e di alcol, gravi limitazioni nei movimenti; fattori ambientali: la mancanza di un’abitazione, ambienti rumorosi, inquinati sono fattori determinanti di un certo stato di stress; malattie organiche: quando il nostro corpo è affetto da una malattia, l’intero Read more…
L’anoressia è un disturbo alimentare che a dispetto del nome (propriamente mancanza di appetito) si manifesta nella volontà di conservare l’appetito perché si ha sempre fame e sempre più voglia di non considerare questo bisogno. L’anoressia nervosa comporta una totale paura di ingrassare legata ad un’ansia estrema di dimagrire. Ci si vede sempre grassi, sempre con qualche chilo in più. L’anoressia è un disturbo molto concentrato soprattutto in quei paesi industrializzati dove il cibo è molto facilmente alla portata di tutti. In un mondo globalizzato in cui i media stabiliscono i canoni di bellezza la donna è quella più soggetta a questo tipo di disturbo (nel 90% dei casi). L’età della pubertà è quella più critica e in questo periodo è sicuramente più semplice iniziare a vedere il proprio corpo come lontano da certe idee di bellezza preconcette. Il soggetto assiste a dei cambiamenti, a un riscontro con la propria sessualità. E’ un ‘bersaglio’ più facile. Se consideriamo poi la personalità del singolo individuo (bassa autostima o perfezionismo) il disturbo alimentare è più facilmente in agguato. Si inizia con una dieta. Il voler perdere peso risulta essere l’obiettivo più ricercato e spesso questo è accompagnato da un impegnativo sforzo fisico Read more…
E’ molto difficile riuscire a raggiungere quel grado di consapevolezza che permette a due persone di decidere di separarsi dopo un trascorso insieme. Sono tante le giustificazioni che coprono mancanze e litigi. Il contesto familiare o i figli per esempio. Ma spesso non è solo questo. Chiudere un rapporto significherebbe rendersi conto di aver fallito e molti fanno fatica a volersi confrontare con questo bilancio negativo. Chiudere un rapporto in realtà non è nulla di tutto questo. Anzi alle volte può essere letto come un’opportunità. Vivere insieme comporta che giorno per giorno si assiste alla crescita della persona che si ha al proprio fianco. Anche se spesso non ce ne rendiamo conto subito. Ma può succedere che questo ‘cambiamento’ non è al passo dell’altra persona e da qui possono nascere incomprensioni e mancanze. Per ottenere il meglio da una separazione è necessario amare. E’ l’unica arma vincente per affrontare in maniera costruttiva la separazione. L’ amore attraversa vari livelli di crescita e tra questi accettare le differenze che prima non permettevano il proseguire di una storia è uno di quei livelli che vengono superati attraverso lo scoglio della separazione. E’ importante non lasciarsi influenzare dai giudizi negativi. E’ importante essere Read more…
Il disturbo specifico dell’apprendimento è un disturbo cronico che vede il cervello lavorare alle informazioni che riceve dall’esterno con modalità differenti, per effetto di una diversità a livello celebrale. Questo disturbo è prevalente nella scuola primaria e secondaria di primo grado. Capita spesso di ascoltare frasi del tipo ‘ se si impegnasse di più i risultati sarebbero diversi’; ‘è‘ intelligente ma non si applica‘. Il problema però non è il ‘non studiare’. Il non studiare deriva dall’esistenza di una difficoltà nell’apprendimento. E’ da lì che bisogna partire. Quali sono i sintomi del DSA? -I tempi di attenzione sono diversi: da quelli dei bambini senza disturbo; i bambini con DSA sono facilmente distraibili. Non riescono a concentrarsi su un singolo stimolo, ma sono attratti da tante altre cose contemporaneamente. -Percezione visiva: il bambino con DSA ha difficoltà a percepire correttamente uno stimolo; vede, ma non dà il giusto significato a ciò che osserva. Tale carenza viene spesso confusa con una mancanza di motivazione, ossia ciò che ci permette di fare al meglio quello che sappiamo già fare. I problemi specifici dell’apprendimento non hanno nulla a che vedere con la scarsa motivazione, perché causati da un problema di percezione. Il bambino con DSA si Read more…
Oggi il giornale “La Stampa” pubblica un interessante articolo in base al quale i Ricercatori di Amsterdam sostengono che apprensione, incertezze, fobie, ansia influenzano il processo degenerativo fino a “erodere” le sequenze di dna poste all’estremità dei cromosomi che preservano le informazioni genetiche. Ne risente l’aspetto e tutto l’organismo. Nella ricerca condotta presso la VU University Medical Center Amsterdam, i ricercatori hanno preso in esame oltre 2300 persone, misurando la lunghezza dei loro telomeri dopo una semplice analisi del sangue. Dopo aver classificato i soggetti in base all’età, allo stile di vita e alla presenza di disturbi psicologici presenti o pregressi, i ricercatori hanno mostrato che coloro che soffrivano di disturbi d’ansia – come fobia sociale, agorafobia, attacchi di panico o disturbo d’ansia generalizzato – manifestavano una chiara riduzione della lunghezza dei telomeri, indicativa di un invecchiamento di circa 3-5 anni maggiore rispetto all’età anagrafica. Secondo l’autrice dello studio Josine Verhoeven, benché le cause di questo fenomeno siano ancora sconosciute, il processo potrebbe essere ricondotto all’azione degli ormoni dello stress, i cui livelli risultano alterati nei soggetti che soffrono di disagi psicologici. Trovate l’articolo completo qui Chiama il: 3288848414 INVIA SUBITO UN MESSAGGIO WHATSAPP LEGGI IL CURRICULUM DEL DOTT. REGA LEGGI Read more…
All’inizio pensi che quel movimento incontrollato fatto dal tuo bambino sia solo “un vizietto” di cui si libererà a breve. Poi però ti accorgi che la frequenza con cui alza le spalle o digrigna i denti aumenta e a nulla valgono i tuoi rimproveri o le tue esortazioni a smetterla. E se fosse un tic? Niente paura: nella stragrande maggioranza dei casi questo disturbo, che consiste in una reazione motoria all’ansia, è transitorio e scompare senza necessità d’intervento. Anche nel caso in cui perduri, prima di rivolgersi ad uno specialista, è sufficiente che i genitori adottino comportamenti mirati, così da saper rispondere in modo adeguato al messaggio in codice che vuole mandarci il tic del nostro bambino. Tic “di passaggio” e tic veri e propri: come distinguerli Il tic di passaggio è l’espressione corporea di uno stato di stress momentaneo, di un problema in famiglia, una difficoltà con l’insegnante, la rottura con un amico: tutti problemi che i bambini possono scaricare nel corpo. In questi casi il tic scompare naturalmente quando la difficoltà è superata. Quando l’automatismo motorio perdura per molto tempo, si hanno buone ragioni di pensare che la situazione di stress sia durevole e che il bambino si liberi, Read more…
La mia eiaculazione precoce è iniziata circa sei anni fa (avevo 24 anni), ricordo ancora chiaramente quando mi appartai con una ragazza che mi piaceva molto e proprio prima di iniziare il rapporto eiaculai precocemente. Da qual momento iniziai a vivere i rapporti con una forte ansia e incominciai a percepire nitidamente il problema che avevo, visto che ogni volta che stavo per avere un rapporto sessuale, mi ritrovavo a non poterlo mai portare a conclusione. Inizialmente mi rivolsi a dei medici che mi prescrissero creme desensibilizzanti da spalmare sul pene prima del rapporto ma, nonostante tutto, non ottenevo nessun risultato, anzi, ogni qual volta usavo creme e pomate mi sentivo ulteriormente sconfitto. Dopo circa 4 anni di disagio, sofferenza e sconfitte, decisi di rivolgermi ad uno psicologo. Navigando in rete trovai il sito del Dott. Angelo Rega e lessi dei suoi articoli sull’ansia da prestazione e sull’eiaculazione precoce, decisi con coraggio di chiamare. Sin dalla prima seduta ho avuto la sensazione che quella fosse la strada giusta, per la prima volta la mia ansia aveva una spiegazione e, per la prima volta, non mi sentivo “malato”. In soli 5 mesi di incontri settimanali riuscii ad avere un rapporto completo Read more…
L’ansia di oggi è figlia della prestazione che non ci mette nella condizione di godere di nulla, non ci da neanche il tempo di fermarsi e dedicarsi un momento per un colloquio dallo psicologo! “Il vero viaggiatore sa bene che il viaggio è importante quanto la meta. Anzi spesso di più, perché esso è movimento, trasformazione, conoscenza. Tuttavia egli, raggiunta la meta, sa come goderla; la vive, e poi, quando vuole, riparte verso un’altra meta. Un discorso che dovrebbe esser valido anche per il grande viaggio che è la vita di ognuno; purtroppo non è così e l ‘ ansia è qui a confermarlo.” Più mete, più ansia! Nell’odierna cultura della prestazione ogni volta che si è raggiunto un “traguardo” (un risultato professionale, uno stato sociale o familiare, un acquisto desiderato…), non si riesce a goderlo e ad apprezzarlo perché subito la mente è pronta a produrre un altro limite da superare, e poi un altro ancora. In questo turbine siamo puntualmente assaliti dall’ ansia: se in superficie sembriamo molto attivi e dinamici, nel profondo sappiamo che la vita vera non si muove di un passo e l’ ansia puntualmente ce lo ricorda. Quando non viviamo il presente diamo un assist all’ansia! Read more…