L’Università di Pisa ha condotto uno studio sul disturbo post traumatico da stress (PTSD) su soggetti coinvolti nel terremoto dell’Aquila del 2009. L’equipe di Liliana Dell’Osso, professore ordinario di psichiatra all’Università di Pisa, si è basata sui recenti studi presenti in letteratura sui quadri psicopatologici nelle vittime di eventi traumatici, tra cui l’attacco terroristico alle Torri gemelle di New York.
I ricercatori dell’Università di Pisa hanno infatti collaborato con esperti americani, tra cui M.K. Shear della Columbia University di New York che ha partecipato a studi analoghi sulla popolazione newyorkese dopo l’11 settembre.
«Il questionario TALS-SR (Trauma and Loss Spectrum-Self Report) che abbiamo somministrato all’Aquila – ha spiegato Dell’Osso – è derivato da studi sull’insorgenza di quadri clinici parziali o sottosoglia di PTSD nella popolazione generale colpita da eventi traumatici sia naturali (quali terremoti, tsunami, etc) o causati dall’uomo (guerre, incidenti, etc.). Tra questi studi di rilievo sono quelli derivati dalle vittime della tragedia dell’11 settembre. Sono proprio queste analisi che hanno fornito le basi per lo sviluppo del nostro modello di indagine».
Un primo dato emerso nello studio su l’Aquila, cioè la maggiore incidenza di PTSD nelle donne, trova conferma in letteratura medica. «Dalle nostre rilevazioni emerge che le donne, in particolare se giovani anche se non esposte direttamente al trauma, sono le fasce che hanno risentito maggiormente gli effetti emotivi post- terremoto», mentre un secondo aspetto, la vulnerabilità legata all’età è invece tuttora dibattuta.
«Analizzando contemporaneamente le variabili età, genere e livello di esposizione al sisma – ha continuato Dell’Osso- noi abbiamo riscontrato che l’età sembra giocare un ruolo significativo. In particolare, le donne giovani si sono dimostrate più vulnerabili al disturbo post traumatico da stress anche quando esposte indirettamente o in modo marginale al sisma. I fattori di rischio per la maggiore vulnerabilità femminile sono tuttora da chiarire: da un lato sono stati suggeriti fattori psicopatologici come la maggiore predisposizione all’ansia, dall’altro sembrano avere un ruolo anche fattori socio-economici come la minore autonomia economica, il reddito e la scolarità».
In generale, le persone affette da disturbi post-traumatici da stress soffrono d’insonnia, rivivono continuamente l’evento traumatico attraverso flashback, ricordi o incubi, si sentono emotivamente svuotati o continuamente in allerta. Depressione, irritabilità o scatti di rabbia sono altri segnali emotivi comuni. «A 10 mesi dal sisma, su 452 studenti all’ultimo anno delle superiori che hanno risposto al questionario, circa la metà ha affermato di aver avuto un cambiamento di personalità dopo il terremoto, una dichiarazione che si ricollega ai comportamenti “maladattivi” testimoniati dai soggetti come ad esempio l’abuso di farmaci, droghe o alcol» ha concluso Dell’Osso.
Il team di ricercatori pisani, che ha collaborato anche con gli psichiatri dell’Università dell’Aquila, ha intervistato 2.300 persone e parte dei risultati sono già stati pubblicati sul “Journal of Affective Disorders”.
Fonte: greenreport.it
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