Sintomi
La sindrome ansiosa spesse volte degenera in palpitazioni, tachicardia, tremori, nausea, vasocostrizione periferica, iperidrosi ed affaticamento respiratorio, conseguenza soprattutto (ma non solo) dell’aumento dei livelli plasmatici di corticosteroidi e di adrenalina.
La sindrome ansiosa è una malattia psicologica che si traduce in effetti realmente apprezzabili, comportando una serie di conseguenze negative sullo stato d’animo del malcapitato: è un sentimento penoso di imminente pericolo e paura.
Classificazione delle ansie
In generale, la sindrome ansiosa si classifica in due grandi gruppi:
Il primo gruppo è caratterizzato da ansie a sé stanti, come ad esempio attacchi di panico, fobie (es. aracnofobia), disturbi di tipo ossessivo-compulsivo (tensioni ed ossessioni percepite come inappropriate ed intrusive, che assediano i pensieri, divenendo insopportabili), ansia da stress;
Il secondo gruppo comprende diverse tipologie generalizzate di sindrome ansiosa, come ad esempio ansie situazionali, ansie da prestazione, ansie da separazione ecc.
Cause
Al tempo attuale, per far fronte ai numerosissimi impegni ed obblighi quotidiani – lavorativi/scolastici e sentimentali – l’uomo vive costantemente in modo frenetico: è palese, dunque, che l’essere umano sia continuamente accompagnato da stress e tensioni le quali – quando degenerano e lo opprimono eccessivamente – sfociano in una sindrome ansiosa a tutti gli effetti.
L’ansia “attuale” è nient’altro che il riflesso di una crisi profonda tipica della civiltà odierna: una sorta di legge della sopravvivenza, in cui solo i più forti riescono a rimanere a galla, e gli altri, più deboli e fragili, cadono a picco nella sindrome ansiosa più cupa, spesse volte preludio di vera e propria depressione o psicosi.
Questa sindrome è “semplicemente” riflesso di un marcato disadattamento dell’uomo alla civiltà in cui vive, una realtà che, vista con gli occhi di un “malato”, è un campo minato da stimoli ostili e pericolosi.
La sindrome ansiosa rientra tra le turbe psicologiche di difficile interpretazione, considerato che l’ansia – che può scoppiare improvvisamente – è l’effetto di una molteplicità di elementi incastonati l’uno sull’altro: la sindrome ansiosa è un circolo vizioso comprendente pensieri confusi, paure infondate, ansia, tormento e talvolta ossessione, che sboccano spesso in sensazioni corporee incresciose.
Purtroppo, la sindrome ansiosa viene spesso sottovalutata dai familiari, talvolta persino dagli specialisti del settore: l’ansia è un disturbo con numerosissime sfaccettature, arricchito da turbe complesse, vaghe e imprecise, che solo il medico esperto è in grado di sviscerare e risolvere.
Terapia psicologica
Siamo arrivati ad analizzare un altro punto decisivo riguardante la sindrome ansiosa: la risoluzione del problema o, per meglio dire, le strategie terapeutiche effettivamente adeguate per redimere il paziente dalla malattia. Il punto è che curare il malato affetto da sindrome ansiosa risulta molto complesso, non solo per la ricerca eziologica (dunque l’indagine delle cause scatenanti), ma anche per la terapia stessa: non è raro che i pazienti a cui viene diagnosticata una sindrome ansiosa siano piuttosto scettici sull’efficacia dei trattamenti medici, perciò tendono a non rispondere in maniera appropriata alla terapia proposta. Purtroppo, la sindrome ansiosa viene spesso curata con farmaci potenti, quali benzodiazepine e sostanze di sintesi che agiscono direttamente come modulatori dell’umore: certamente efficaci, ma responsabili spesso di numerosi effetti collaterali piuttosto gravi, come per esempio la dipendenza.
Abbiamo riportato gli estremi: nel primo caso la sindrome ansiosa viene sottovalutata, quindi rimane trascurata, nel secondo viene trattata con farmaci troppo potenti, per lunghi periodi e con eccesso di superficialità, scatenando conseguenze pesanti.
Fonte: my-personaltrainer.it
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