Il disturbo post-traumatico da stress (DPTS) può rappresentare una malattia estremamente invalidante. Spesso associata ai reduci di guerra, il DPTS può manifestarsi in chiunque abbia sperimentato un evento terrificante per il quale sia avvenuto, o abbia rischiato di accadere, un grave trauma fisico o mentale. Eventi traumatici che possono innescare il DPTS sono aggressioni personali violente, disastri naturali o causati dagli uomini, incidenti o scontri militari.
Anche persone che sono state testimoni di un incidente aereo o che sono sopravvissute ad un crimine in cui si è rischiata la vita hanno sviluppato questa malattia. I militari che hanno combattuto in Vietnam e nella Guerra del Golfo, i superstiti e le squadre di soccorso coinvolti in un dopo-disastro, i superstiti di incidenti, stupri, abusi fisici, sessuali e altri crimini, i rifugiati che fuggono dalla violenza dei loro paesi, e le persone che assistono ad eventi traumatici sono tra quelle a rischio di DPTS. Anche le famiglie delle vittime possono sviluppare il disturbo. Fortunatamente, sono state messe a punto terapie efficaci per aiutare le persone colpite da DPTS.
Gli individui affetti da DPTS rivivono in modo ripetitivo la situazione che li ha traumatizzati, sotto forma di flashback, incubi, ricordi o pensieri spaventosi, specialmente quando sono esposti a situazioni o oggetti che ricordano il trauma. Anche gli anniversari dell’evento possono scatenare i sintomi.
Le persone affette da DPTS possono avere anche episodi di distacco emotivo, disturbi del sonno, depressione, ansia, irritabilità o scoppi d’ira. Comuni sono anche profondi sentimenti di colpa. Molte persone affette da DPTS cercano di evitare qualsiasi oggetto o pensiero che possa ricordare l’evento traumatico. La diagnosi di DPTS viene posta quando i sintomi durano più di un mese.
Circa il 4% degli adulti sviluppa DPTS in un anno, ma circa il 30% di uomini e donne che vivono nelle zone di guerra sono affetti DPTS. Un milione di reduci della guerra del Vienam e molti dopo la Guerra del Golfo hanno sviluppato il DPTS.
Il DPTS può manifestarsi a qualsiasi età, compresa l’infanzia. I sintomi iniziano generalmente dopo 3 mesi dall’evento traumatizzante, sebbene occasionalmente succeda che si manifestino dopo qualche anno. La gravità e la durata della malattia variano: alcune persone guariscono entro 6 mesi mentre altre ne soffrono molto più a lungo.
E’ frequente che le persone affette da DPTS soffrano anche di depressione, di abuso di alcolici o di altre sostanze e di altri disturbi d’ansia. Le probabilità di successo della terapia aumentano quando anche gli altri disturbi vengono identificati correttamente e curati in modo appropriato.
Sono sintomi comuni: mal di testa, disturbi gastrointestinali, disfunzioni del sistema immunitario, vertigini, dolori al torace e in altre parti del corpo. Spesso i medici curano tali sintomi fisici senza essere consapevoli del fatto che questi sono causati dal DPTS.
Le persone che hanno subito degli abusi da bambini o che hanno avuto precedenti esperienze traumatizzanti hanno più probabilità di sviluppare il DPTS. In passato si credeva che le persone che tendevano ad essere emotivamente distaccate dopo un trauma mostravano una buona reazione, ma adesso alcuni ricercatori sospettano che chi prova questo isolamento emotivo possa essere più a rischio di DPTS.
La cura del PTSD
Le persone affette da DPTS hanno mostrato benefici da vari tipi di terapie, come quella cognitivo-comportamentale, la terapia di gruppo e terapia di esposizione, in cui il paziente rivive ripetutamente l’esperienza terrorizzante in condizioni controllate per aiutarlo a superare il suo trauma. I farmaci possono aiutare a ridurre i sintomi associati di depressione e di ansia e possono favorire il sonno. Alcuni studi mostrano che, dopo un’evento catastrofico, se le persone lo raccontano subito possono ridurre alcuni sintomi del DPTS.
Fonte: nessuno-perfetto.it; msd-italia.it 2006- edizione italiana del Manuale Merck di diagnosi e terapia
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