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PSICOLOGO CASALNUOVO

PSICOLOGO CASALNUOVO

DOTT. ANGELO REGA

PSICOLOGO – PSICOTERAPEUTA – DOTTORE DI RICERCA IN PSICOLOGIA

TEL. 328 88 48 414

Sintomi fisici dei Disturbi d’Ansia

Sintomi fisici dei Disturbi d’Ansia I Disturbi d’Ansia possono davvero provocare malesseri fisici privi di cause mediche: riconoscere la vera natura di questi sintomi aiuta ad intervenire prontamente per risolvere il problema. Il malessere fisico dell’ansioso Vediamo quali sono i sintomi somatici dei Disturbi d’Ansia, presenti con intensità e frequenza differente da caso a caso: Sintomi cardiovascolari: tachicardia, palpitazioni, extrasistolia, aritmia, dolore o fastidio al petto, ipertensione o cali di pressione, svenimento Sintomi respiratori: dispnea, sensazione di soffocamento, sensazione di nodo alla gola, asma (peggiora se già presente) Sintomi gastrointestinali: nausea, gastrite, reflusso gastroesofageo, diarrea, sindrome del colon irritabile Sintomi neuromuscolari: sensazione di sbandamento (gambe traballanti), tremore, rigidità, parestesie (sensazione di torpore e formicolio), contratture, tensione muscolare, debolezza e affaticabilità Sintomi neurologici: vertigini, sensazione di “testa vuota” o leggera, sensazione di sbandamento, tremore,) e vampate di calore Sintomi dermatologici: orticaria, rossore o pallore del volto, iperidrosi (eccessiva sudorazione) Sintomi urinari: impulso improvviso ad urinare, aumento della frequenza dell’orinazione (pollachiuria). Un intervento psicoterapeutico è la modalità privilegia per risolvere tutti questi sintomi e comprendere il motivi sottostanti alla produzione dell’Ansia. Chiama il: 3288848414 INVIA SUBITO UN MESSAGGIO WHATSAPP LEGGI IL CURRICULUM DEL DOTT. REGA LEGGI LE OPINIONI DEGLI ALTRI PAZIENTI PSICOLOGO Read more…

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Anorgasmia: cause del disturbo

La anorgasmia è un problema che interessa tante donne nel mondo. Questo disturbo a partire dagli ’70 veniva definito “frigidezza”, un termine popolare considerato però inadeguato e perciò sostituito con “disturbo della capacità orgasmica”. L’anorgasmia è essenzialmente questo e gli specialisti concordano sul fatto che essa sia un blocco e che si riveli nell’impossibilità di raggiungere un orgasmo anche dopo una fase di eccitamento. Esistono tre tipologie di anorgasmia Anorgasmia primitiva: è presenta in tutte le donne che non hanno mai avuto un orgasmo. L’aiuto psicoterapeutico mirerebbe ad eliminare tutti quelle inibizioni sessuali che influenzano la persona e a migliorare il rapporto di fiducia col partner. Anorgasmia secondaria: Questa seconda tipologia interessa invece quelle donne che per qualche motivo non riescono più ad avere orgasmi. Di solito questo tipo si manifesta quando la donna ha perso alcuni stimoli fisici e psicologici di cui ha bisogno. Anorgasmia casuale o situazionale: In questi casi la donna riesce a raggiungere l’orgasmo solo in determinate situazioni. Questa disfunzione sessuale deriva principalmente da un cattivo rapporto che si ha con la sessualità e il piacere. Tra le cause psicologiche che provocano l’anorgasmia vi è la mancanza di educazione sessuale, una forte educazione religiosa legata ai Read more…

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Dismorfofobia. Una visione distorta del proprio corpo

La dismorfofobia è un disturbo psicologico caratterizzato da un’eccessiva paura di avere difetti sul proprio corpo. Il soggetto affetto da questo disagio è portato ad avere una visione irrealistica del proprio corpo e ad esserne ossessionato. Ma in realtà la sua immagina è normale. Il disturbo da dimorfismo corporeo mina il campo delle relazioni sociali e personali, conduce la persona a ridimensionare la propria vita che è completamente condizionata dall’immagine che ha del suo corpo o dei difetti che nota. Il disturbo colpisce prevalentemente i giovani adolescenti di entrambi i sessi. Le ragazze si vedono grasse, prendono di mira il proprio seno, i capelli, le cosce, i fianchi. I ragazzi inizieranno a preoccuparsi del pene, testicoli, i capelli. Queste ansie sono legate all’età del cambiamento, ma quando questa normale insicurezza si trasforma in fobia iniziano ad insorgere i disturbi per l’esigenza di porre rimedio al difetto. Bulimia, anoressia, stress emotivo sono i disturbi legati. Le cause della dismorfofobia sono legate ad una scarsa stima di sé e ad una forte insicurezza. L’adolescenza è un’età di cambiamenti e conoscere il proprio corpo può essere qualcosa che mette preoccupazioni eccessive. Ad incrementare il problema è la visione distorta che i media forniscono Read more…

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Abbuffate notturne: una sindrome che viaggia tra tre disturbi

NES (Night eating syndrome) o meglio conosciuta come ricorrenza alle abbuffate notturne è un disagio che si colloca tra 3 tipi di disturbi. Il disturbo alimentare, il disturbo del sonno e il disturbo dell’umore. Sarà compito dello psicoterapeuta riuscire a comprendere su quale binario viaggia questo ricorrere alla soluzione delle abbuffate notturne. Disturbo del sonno. Partendo da questo tipo di disturbo spesso il soggetto che durante la notte in preda alla fame divora tutto ciò che gli si presenta dinanzi cerca in realtà di trovare una soluzione per conciliare il sonno. L’assumere carboidrati o zuccheri ha un effetto sedativo sul sistema nervoso causando sonnolenza ma questa soluzione in realtà imposta anche un circolo vizioso per cui la notte seguente si avrà nuovamente lo stesso problema. Cosa induce questo circolo vizioso? Le abbuffate notturne comportano una serie di effetti collaterali che si ripercuotono sul resto della giornata costituendo le basi su cui si costruisce questo circolo vizioso. Tra gli effetti avremo sonnolenza mattutina, mancanza sistematica di appetito per la colazione, sensi di colpa e allenamenti continui per rimediare alle abbuffate notturne. Questi non fanno altro che peggiorare i sintomi predisponendo uno stato di rabbia e frustrazione che facilmente trovano rimedio nel Read more…

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SINDROME DA ESAURIMENTO LAVORATIVO: BURNOUT

Chi si trova ad affrontare un particolare momento di stress in ambito lavorativo può essere colpito da un malessere che porta con sé una serie di manifestazioni e che viene definito “sindrome da esaurimento o stress lavorativo”, o “SINDROME DA ESAURIMENTO LAVORATIVO: BURNOUT”. Il Dott. Angelo Rega psicologo e psicoterapeuta ha risposto ad alcune domande per approfondire questa tipologia di stress che colpisce sempre più lavoratori. Cos’è innanzitutto la sindrome da esaurimento lavorativo? Questo malessere viene più propriamente definito “sindrome burnout” e letteralmente significa “bruciati dal lavoro”. E’ un disagio psicofisico che colpisce chi vive un particolare momento di stress che lo vede perennemente affaticato, logorato dal lavoro e poco produttivo. Il soggetto in questione ha difficoltà a reagire alla situazione lavorativa vissuta in maniera molto stressante. Quali sono le professioni più colpite da questa sindrome? La sindrome da esaurimento lavorativo interessa professionisti impegnati in attività interpersonali, le cosiddette professioni d’aiuto come medici, insegnanti, assistenti sociali o poliziotti ma anche familiari che assistono i propri malati in casa. Quali sono i sintomi? Il paziente affetto da questa sindrome più che da una stanchezza costante è continuamente accompagnato da disturbi fisici, psicologici e interpersonali.  Insonnia, dolori muscolari, fatica cronica, disturbi gastrointestinali, Read more…

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Teoria dell’attaccamento: 4 tipologie

La Teoria dell’attaccamento è stata definita nel dopoguerra dallo psicologo e psicanalista britannico John Bowlby. Questa teoria ha costituito un modello di rottura rispetto alle teoria psicodinamiche classiche sullo sviluppo della relazione madre-bambino. La teoria ritiene l’esistenze ‘di una predisposizione innata negli esseri viventi, non solo negli uomini, a ricercare e mantenere una condizione di accessibilità fisica ed emotiva con la figura di riferimento o cargiver’. Sono state identificate, grazie al contributo di M. Ainsworth  prima e di M. Main e J. Solomon dopo, quattro tipologie di attaccamento. SICURO INSICURO EVITANTE INSICURO AMBIVALENTE DISORGANIZZATO Il bambino SICURO è un bambino che ha sempre manifestato le proprie emozioni negative, che attivamente ha preso parte all’ambiente che gli appartiene e che ha avuto figure di riferimento costanti. Un bambino sicuro sarà un adulto capace di rendersi indipendente dagli altri, di chiedere aiuto e in grado di riconoscere il momento del distacco. Il bambino INSICURO EVITANTE è un bambino che è stato costantemente abituato a inibire le proprie emozioni negative, perché segnali di debolezza e fragilità. La figura di riferimento è spesso infastidita da comportamenti che attirerebbero la sua attenzione, come ad esempio il pianto. Il bambino allora si forma rispondendo diversamente a Read more…

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Sindrome del colon irritabile. Il rimedio nella psicoterapia

La sindrome del colon irritabile è un’alterazione del  benessere intestinale, un disturbo cronico che si manifesta con mal di pancia, spasmi, stipsi, diarrea, costipazione, gonfiore, dolori addominali. Questo disturbo gastrointestinale colpisce fino al 16% della popolazione degli Stati Uniti. Un gruppo di ricercatori della Vanderbilt University Medical Center ha svolto una ricerca (pubblicata sulla rivista Clinical Gastroenterology and Hepatology) analizzando 41 studi clinici che coinvolgevano oltre 2.200 pazienti. La ricerca ha dimostrato che gli effetti benefici della psicoterapia applicata a questo disturbo permangono a 6 mesi di distanza dal termine della terapia perdurando fino a 12 mesi. «Il nostro studio è il primo che ha esaminato gli effetti a lungo termine», ha detto l’autore senior Lynn S. Walker, professore di pediatria presso la Vanderbilt University Medical Center. «Abbiamo scoperto che i moderati effetti benefici che terapie psicologiche conferiscono a breve termine continuano nel lungo periodo. Ciò è significativo perché la sindrome del colon irritabile è una condizione cronica e intermittente per la quale non esiste un buon trattamento medico». L’analisi ha incluso diversi tipi di psicoterapia: dalle terapie cognitive a quelle basate sull’ipnosi. Quanto all’effetto benefico ottenuto, non sono state riscontrate differenze tra queste terapie e neppure tra quelle effettuate Read more…

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Paura del rossore facciale: Eritrofobia

Eritrofobia o propriamente paura di arrossire è un disturbo originato da una serie di sintomi e fattori genetici dell’individuo che ha la propria fonte nell’emotività dello stesso.  Si manifesta fisicamente attraverso la cosiddetta ‘iperemia del viso’ che assume un colorito acceso. Ciò avviene a causa di un aumento della quantità di sangue nei vasi superficiali dilatati. A questo disturbo sono legati fattori psicologici come la paura di trovarsi di fronte a situazioni difficile da affrontare, paura di sbagliare, di fallire. Questo disturbo si manifesta soprattutto quando la persona deve affrontare un pubblico, deve parlare dinanzi ad una platea perché qui la paura e l’ansia che deriva da quella situazione si affianca a quella di arrossire avvertendo tachicardia, tensione a livello del torace e calore nelle parti alte del corpo. Molteplici possono essere le CONSEGUENZE: senso di insicurezza, di imbarazzo e di inferiorità di fronte agli altri; rifiuto nell’affrontare nuove situazioni che potrebbero scatenare il disturbo; astensione dall’esprimere le proprie opinioni all’interno di un gruppo, anche se si è convinti che siano più valide delle altre; scelte professionali in cui non vi siano contatti con il pubblico o con troppi collaboratori: spesso sono professioni al di sotto della propria qualifica; si Read more…

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Dipendenza affettiva

La dipendenza affettiva o ‘love addiction’ è uno stato patologico nel quale una persona vive il proprio rapporto sentimentale nella maniera più passiva possibile. Oggetto della dipendenza è l’amore stesso che può indirizzarsi verso il proprio partner o anche un genitore o amico. La persona dipendente cerca in ogni modo di compiacere l’altra, vivendo il rapporto in funzione dell’altra persona. Il solo pensiero di non poter più vivere con lei getta il dipendente nella crisi più totale. Spesso coloro che soffrono di questo stato sono persone che non credono in sé stesse, persone fragili alla ricerca di una persona che possa fornire loro quel sostegno di cui credono di aver bisogno, anche se l’altra può servirsene e abusarne. A loro importa solo lo stare bene insieme, a qualsiasi costo a volte. Riuscire a rendersene conto è l’inizio della libertà. Si arriva alla consapevolezza di trovarsi in una gabbia d’oro in cui il volerci rimanere sembra essere il bisogno ma il liberarsi è la necessità. Spesso chi resta vittima della dipendenza affettiva ha a che fare con un partner che avvalora le considerazioni su di sé del dipendente, è una persona forte e sicura di sé che funge da protezione per Read more…

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Disturbi alimentari: Anoressia

L’anoressia è un disturbo alimentare che a dispetto del nome (propriamente mancanza di appetito) si manifesta nella volontà di conservare l’appetito perché si ha sempre fame e sempre più voglia di non considerare questo bisogno. L’anoressia nervosa  comporta una totale paura di ingrassare legata ad un’ansia estrema di dimagrire. Ci si vede sempre grassi, sempre con qualche chilo in più. L’anoressia è un disturbo molto concentrato soprattutto in quei paesi industrializzati dove il cibo è molto facilmente alla portata di tutti. In un mondo globalizzato in cui i media stabiliscono i canoni di bellezza la donna è quella più soggetta a questo tipo di disturbo (nel 90% dei casi). L’età della pubertà è quella più critica e in questo periodo è sicuramente più semplice iniziare a vedere il proprio corpo come lontano da certe idee di bellezza preconcette. Il soggetto  assiste  a dei cambiamenti, a un riscontro con la propria sessualità. E’ un ‘bersaglio’ più facile. Se consideriamo poi la personalità del singolo individuo (bassa autostima o perfezionismo) il disturbo alimentare è più facilmente in agguato. Si inizia con una dieta. Il voler perdere peso risulta essere l’obiettivo più ricercato e spesso questo è accompagnato da un impegnativo sforzo fisico Read more…

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Come affrontare la separazione

E’ molto difficile riuscire a raggiungere quel grado di consapevolezza che permette a due persone di decidere di separarsi dopo un trascorso insieme. Sono tante le giustificazioni che coprono mancanze e litigi. Il contesto familiare o i figli per esempio.  Ma spesso non è solo questo. Chiudere un rapporto significherebbe rendersi conto di aver fallito e molti fanno fatica a volersi confrontare con questo bilancio negativo. Chiudere un rapporto in realtà non è nulla di tutto questo. Anzi alle volte può essere letto come un’opportunità. Vivere insieme comporta che giorno per giorno si assiste alla crescita della persona che si ha al proprio fianco. Anche se spesso non ce ne rendiamo conto subito. Ma può succedere che questo ‘cambiamento’ non è al passo dell’altra persona e da qui possono nascere incomprensioni e mancanze. Per ottenere il meglio da una separazione è necessario amare. E’ l’unica arma vincente per affrontare in maniera costruttiva la separazione. L’ amore attraversa vari livelli di crescita e tra questi accettare le differenze che prima non permettevano il proseguire di una storia è uno di quei livelli che vengono superati attraverso lo scoglio della separazione. E’ importante non lasciarsi influenzare dai giudizi negativi. E’ importante essere Read more…

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Mio figlio non socializza

<<Mio figlio non socializza! Preferisce stare a casa, si isolana e non hanno il desiderio di stare con gli amici, andare al bar, in discoteca. Credo non sia “normale”.>> Questa è una delle e-mail che arrivano dei tanti genitori preoccupati per il comportamento dei propri figli. Ogni caso di un bambino o di un giovane che si isola è unico nel suo genere. Normalmente possiamo parlare di due grandi macrocategorie di “figli che si isolano”: 1) Il ragazzo semplicemente più sensibile, che vede le cose in maniera diversa rispetto al gruppo di pari, e che magari vuole stare lontano da relazioni fatte da convenienza, ipocrisia, da conversazioni vuote. 2) Il ragazzo che non si sente adeguato alla gestione del rapporto con gli amici, che usa l’isolamento come protezione dalla realtà. Il linguaggio che gli appartiene non è il linguaggio che c’è all’esterno. Non vede l’ora di isolarsi per stare nel “suo” mondo, lontano da tutti, a volte anche dalla famiglia. L’unica arma dei genitori in questi casi è la comprensione e l’empatia. Attraverso il dialogo e attraverso dei momenti di condivisione delle esperienze quotidiane si può arrivare a percepire la natura del disagio. Parlo spesso di percezione del disagio da Read more…

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LA GELOSIA CHE FA STAR MALE: la gelosia ossessiva

La gelosia è un sentimento comune che non sempre deve essere demonizzato. Tuttavia in particolari condizioni essa può assumere una connotazione patologica, qualora si stagli all’interno di una personalità non sufficientemente strutturata in termini evolutivi. Gli psicologi sono soliti inquadrare le problematiche legate alla gelosia in tre grandi gruppi, distinti in relazione ai sintomi e alla gravità degli stessi. Si distinguono generalmente: 1) la Gelosia Ossessiva i cui sintomi rientrano nel quadro nosografico del Disturbo Ossessivo Compulsivo; 2) la Sindrome di Mairet dove il sintomo è legato a delle idee prevalenti; 3) la Gelosia Delirante o Disturbo Delirante, detta anche «Sindrome di Otello». Nella Gelosia Ossessiva il “dubbio sulla infedeltà del partner” è quello che domina, un dubbio lacerante che non si riesce a mettere a tacere. L’ideazione di gelosia è inoltre abnorme per quantità e durata. Essa è qualcosa che il soggetto non riesce a reprimere e che deve esternare ad ogni costo. Il geloso mantiene un confronto con la realtà e con i dati che da questa provengono e cerca di insinuare il dubbio in essi. Sul piano comportamentale, invece, dominano le condotte di ricerca di segnali che possano lenirlo, confermarlo o smentirlo.Nella gelosia ossessiva è frequente vedere Read more…

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