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Author Archives: PSICOLOGO ACERRA PSICOLOGO NAPOLI

Mi chiamo Angelo Rega, sono psicologo clinico, psicoterapeuta e Dottore di Ricerca in psicologia della salute e del rischio individuale e sociale. Attualmente svolgo attività di psicologo a contratto del Servizio di Affido e Adozioni dell'Ambito Territoriale ex NA8 (Casalnuovo di Napoli - Acerra) dove mi occupo del monitoraggio, del supporto psicologico ai minori in stato di affido e di colloqui e valutazioni psicologiche per le coppie che hanno inoltrato richiesta di adozione. L’immergermi nella realtà dell’affidamento familiare e dell’adozione ha costituito il presupposto fondamentale per sviluppare una particolare sensibilità verso le problematiche che i minori e le proprie famiglie vivono nella quotidianità. La mia attenzione ai temi dell’età evolutiva non si esplica soltanto attraverso la pratica clinica ma, anche, attraverso la ricerca scientifica. Svolgo, infatti, la professione di psicologo con mansioni da ricercatore presso il Centro di Riabilitazione Neapolisanit srl (dipartimento di autismo e psicosi infantili), dove mi occupo di ricerche sullo sviluppo e l'applicazione di nuove metodologie di supporto alla comunicazione verbale di soggetti affetti da disturbi pervasivi dello sviluppo. Tutte le mie attività nell’ambito degli studi sull’età evolutiva sono comprovate da una produzione di articoli scientifici e collaborazioni con enti di ricerca. Sono stato, invero, assegnista ricercatore al Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma - Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione ISTC-CNR - e assegnista e borsista di ricerca all'Università Federico II di Napoli - Laboratorio di Cognizione Naturale e Artificiale NAC - del Dipartimento di teorie e metodi delle scienze umane e sociali, e ho svolto un periodo formativo all'esterno presso l'Università del Sud della Danimarca al Maersk MC-Kinney Moller Institutten di Odense. Tutte le attività di ricerca hanno riguardato i temi del disagio cognitivo in età evolutiva. Grazie alle conoscenze acquisite sono stato relatore a convegni sui temi della disabilità e del disagio, nonché, autore di articoli e curatore di alcuni volumi degli atti dell'Associazione Italiana di Scienze Cognitive. Ho partecipato negli anni a differenti progetti di ricerca scientifica finanziati dall'Agenzia Europea EACEA nell'ambito dell'utilizzo della tecnologia nei contesti di apprendimento. Il canale di applicazione pratica delle ricerche prodotte dai miei studi è costituito dall’attività associativa del Centro Studi e Ricerche in Logoterapia e Analisi Esistenziale Viktor Emil Frankl di Acerra (Na), del quale sono presidente, e la partecipazione alle attività dell'Associazione Italiana di Logoterapia e Analisi esistenziale di Roma di cui sono membro. Il Centro Studi e Ricerche in Logoterapia e Analisi Esistenziale V.E. Frankl di Acerra, raccoglie professionisti psicologi e psicoterapeuti che prestato la propria opera clinica a favore di minori e di famiglie indigenti impossibilitati ad ottenere cure psicologiche adeguate. Conduco tutt'ora progetti di ricerca e formazione per minori affetti da disturbi pervasivi dello sviluppo e ritardo scolastico di natura sociale in collaborazione con l'Associazione Italiana Maestri Cattolici nelle scuole di Scampia, Caivano, Crispano e Cardito.


La Dipendenza da Farmaci e Psicofarmaci è una seria forma di dipendenza psico-fisica provocata e tenuta attiva dall’assunzione ripetuta e quantitativamente eccessiva di Farmaci e Psicofarmaci. E’ bene chiarire che in commercio non vi sono medicinali che fanno solo bene ed altri che fanno solo male; è piuttosto l’uso (secondo tempi e modalità) che di essi ne viene fatto a creare serie conseguenze psico-fisiche. Se infatti vengono utilizzati sotto prescrizione e controllo medico, certi Farmaci e Psicofarmaci, interagendo con determinate sostanze e neurotrasmettitori dell’organismo, riescono a stimolare o calmare sia la parte mentale che quella fisica della persona, in modo temporaneo, ma propositivo. Se invece vi è un iper utilizzo non controllato tali medicinali possono provocare la formazione di una vera e propria dinamica di dipendenza psico-fisica, con tutte le sue gravi caratteristiche sintomatologiche sia a livello interno, che esterno. In particolare i Farmaci e gli Psicofarmaci che possono maggiormente indurre e mantenere una situazione di dipendenza sono: gli Antidolorifici (o Antinfiammatori o Analgesici), gli Ansiolitici (es. Benzodiazepine), gli Antidepressivi, i Barbiturici, i Dimagranti, i Narcotici (es. Morfina, Metadone, etc.), i Sonniferi, gli Stimolanti (es. Amfetamine, Metamfetamine). Un dato che può invitare a riflettere sulla pericolosa e progressiva diffusione della Read more…


Negli anni trenta il medico e psicofisiologo statunitense Edmund Jacobson ideò una tecnica di rilassamento basata sull’alternanza contrazione/rilascio di alcuni gruppi muscolari per aiutare coloro che soffrivano di ansia, stress e panico. Oggi questo famoso esercizio è disponibile come App da scaricare sul proprio smartphone Android. La voce di uno psicologo guiderà l’utente negli esercizi che lo aiuteranno a superare i momenti più stressanti della vita quotidiana. L’applicazione è disponibile qui oppure cercando la parola chiave “rilassamento progressivo” sull’Android Market. La app è stata realizzata da Studio Psicologia Napoli Altri file audio in formato mp3 di rilassamento e training autogeno utili come audioterapia sono disponibili qui. Chiama il: 3288848414 INVIA SUBITO UN MESSAGGIO WHATSAPP LEGGI IL CURRICULUM DEL DOTT. REGA LEGGI LE OPINIONI DEGLI ALTRI PAZIENTI PSICOLOGO – PSICOTERAPEUTA ACERRA


I sintomi La caratteristica essenziale della ipocondria è la preoccupazione legata alla paura di avere, oppure alla convinzione di avere, una grave malattia, basata sulla errata interpretazione di uno o più segni o sintomi fisici. Perché si possa parlare di ipocondria, ovviamente, una valutazione medica completa deve avere escluso qualunque condizione medica generale che possa spiegare pienamente i suoi segni o sintomi fisici (per quanto possa talora essere presente una condizione medica generale concomitante). L’aspetto principale dell’ipocondria è che la paura o la convinzione ingiustificate di avere una malattia persistono nonostante le rassicurazioni mediche. I sintomi della ipocondria sono riconducibili a preoccupazioni nei confronti di: funzioni corporee (per es. il battito cardiaco, la traspirazione o la peristalsi); alterazioni fisiche di lieve entità (per es. una piccola ferita o un occasionale raffreddore); oppure sensazioni fisiche vaghe o ambigue (per es. “cuore affaticato”, “vene doloranti”). La persona attribuisce questi sintomi o segni alla malattia sospettata ed è molto preoccupata per il loro significato e per la loro causa. Le preoccupazioni possono riguardare numerosi apparati, in momenti diversi o simultaneamente. In alternativa ci può essere preoccupazione per un organo specifico o per una singola malattia (per es. la paura di avere una malattia Read more…


Come capire se si soffre di depressione Può capitare a tutti, qualche volta, di essere un po’ depressi, ma ciò non significa che tutti necessitano di un trattamento. Come si fa a capire se abbiamo bisogno o meno di un aiuto terapeutico? Non è patologico avere delle leggere fluttuazioni dell’umore. La tristezza, se non è troppo intensa, può anche essere utile alla persona: porsi domande sul perché siamo tristi, ad esempio, può condurci a capire se abbiamo bisogno di qualcosa e può spingerci a trovare delle soluzioni ai nostri problemi. La depressione necessita di un intervento clinico quando i suoi sintomi sono molto intensi, provocano una forte sofferenza e durano da molto tempo (più di 6 mesi). Nella depressione “clinica”, inoltre, sono presenti autocritica, sensi di colpa, disperazione, mancanza di speranza verso il futuro, pessimismo eccessivo e pensieri di morte. La depressione vera e propria rappresenta, quindi, qualcosa di molto più intenso e duraturo rispetto al semplice sentirsi “un po’ giù di tono”. Per sapere se una persona è “clinicamente” depressa, inoltre, bisogna prendere in considerazione i motivi e le cause della sua depressione. Sentirsi molto tristi e privi di energia, avere sentimenti di vuoto, sentire di aver perso ogni Read more…


Da cosa nasce la gelosia? Perché si è gelosi? Parliamo di gelosia nel senso comune, di solito siamo gelosi quando abbiamo paura di perdere qualcosa o qualcuno che per noia molto valore. Questa gelosia ci porta ad essere ansiosi, diventiamo sospettosi, abbiamo paura insomma, di perdere qualcosa. La gelosia è un sentimento naturale e da non demonizzare che, nel corso della storia, ha rivestito, per l’essere umano, una grande importanza, poiché mira alla conservazione della specie e alla stabilità della coppia: parlando dal punto di vista evoluzionistico,nei maschi e’ legata alla sicurezza della paternità e, quindi, alla certezza di provvedere a figli propri; nel sesso femminile, invece, e’ legata alla necessità di tenere legato un partner in grado di assicurare “cibo e protezione alla prole”. Si tratta dunque di un’emozione ”da non rifiutare e della quale non vergognarsi”. Quando però la gelosia oltrepassa i limiti, allora può essere il caso di preoccuparsi. Quando oltrepassa questi limiti e si trasforma in patologia? Gli studi hanno cercato di definire dei parametri soglia per definire il confine tra gelosia normale e patologica. È normale se è un sentimento episodico e transitorio che non provoca sofferenza propria o altrui, mentre se viene superato un Read more…


L’Università di Pisa ha condotto uno studio sul disturbo post traumatico da stress (PTSD) su soggetti coinvolti nel terremoto dell’Aquila del 2009. L’equipe di Liliana Dell’Osso, professore ordinario di psichiatra all’Università di Pisa, si è basata sui recenti studi presenti in letteratura sui quadri psicopatologici nelle vittime di eventi traumatici, tra cui l’attacco terroristico alle Torri gemelle di New York. I ricercatori dell’Università di Pisa hanno infatti collaborato con esperti americani, tra cui M.K. Shear della Columbia University di New York che ha partecipato a studi analoghi sulla popolazione newyorkese dopo l’11 settembre. «Il questionario TALS-SR (Trauma and Loss Spectrum-Self Report) che abbiamo somministrato all’Aquila – ha spiegato Dell’Osso – è derivato da studi sull’insorgenza di quadri clinici parziali o sottosoglia di PTSD nella popolazione generale colpita da eventi traumatici sia naturali (quali terremoti, tsunami, etc) o causati dall’uomo (guerre, incidenti, etc.). Tra questi studi di rilievo sono quelli derivati dalle vittime della tragedia dell’11 settembre. Sono proprio queste analisi che hanno fornito le basi per lo sviluppo del nostro modello di indagine». Un primo dato emerso nello studio su l’Aquila, cioè la maggiore incidenza di PTSD nelle donne, trova conferma in letteratura medica. «Dalle nostre rilevazioni emerge che le Read more…


Il disturbo post-traumatico da stress (DPTS) può rappresentare una malattia estremamente invalidante. Spesso associata ai reduci di guerra, il DPTS può manifestarsi in chiunque abbia sperimentato un evento terrificante per il quale sia avvenuto, o abbia rischiato di accadere, un grave trauma fisico o mentale. Eventi traumatici che possono innescare il DPTS sono aggressioni personali violente, disastri naturali o causati dagli uomini, incidenti o scontri militari. Anche persone che sono state testimoni di un incidente aereo o che sono sopravvissute ad un crimine in cui si è rischiata la vita hanno sviluppato questa malattia. I militari che hanno combattuto in Vietnam e nella Guerra del Golfo, i superstiti e le squadre di soccorso coinvolti in un dopo-disastro, i superstiti di incidenti, stupri, abusi fisici, sessuali e altri crimini, i rifugiati che fuggono dalla violenza dei loro paesi, e le persone che assistono ad eventi traumatici sono tra quelle a rischio di DPTS. Anche le famiglie delle vittime possono sviluppare il disturbo. Fortunatamente, sono state messe a punto terapie efficaci per aiutare le persone colpite da DPTS. Gli individui affetti da DPTS rivivono in modo ripetitivo la situazione che li ha traumatizzati, sotto forma di flashback, incubi, ricordi o pensieri spaventosi, Read more…


Nella vita di una donna, la nascita di un figlio è un evento importantissimo. Quando il momento del parto sta per approssimarsi è normale avere ansia, nervosismo e timore. Queste emozioni sono assolutamente legittime ma, se dovessero sopraffare la futura mamma, il travaglio potrebbe essere più faticoso e doloroso. Per tenere sotto controllo la tensione, rilassandosi per vivere più serenamente l’esperienza del parto, da anni, in tutto il mondo, viene praticato il training autogeno respiratorio (RAT). Tale tecnica è stata ideata in Russia e, originariamente, non era utilizzata per le partorienti ma come metodo generale per combattere gli effetti dello stress. Importato in Italia circa 30 anni fa, il training autogeno è stato ben presto adottato nei corsi di preparazione al parto con il fine di insegnare alle future mamme un modo per gestire l’ansia e la paura che accompagnano l’intero processo del travaglio. Il 99% dei corsi preparto oggi include alcune lezioni di training autogeno. Durante il parto la donna prova dolore che, per il 40%, è dovuto all’ansia, al timore di non farcela e alla paura del dolore stesso: la tensione nervosa spinge la partoriente a contrarre i muscoli del perineo che dovrebbero invece essere rilassati per favorire Read more…


La depressione post-partum (dal latino “dopo il parto”) è una particolare forma di disturbo nervoso che colpisce alcune donne a partire dal 3° o 4° giorno seguente la gravidanza e che può avere una durata di diversi giorni, manifestandosi in qualche caso come depressione vera e propria, accompagnata da forme di psicosi. Oltre il 70% delle madri, nei giorni immediatamente successivi al parto, manifestano sintomi leggeri di depressione, in una forma che il pediatra e psicoanalista inglese Donald Winnicott ha denominato “baby blues”, con riferimento allo stato di malinconia (“blues”) che caratterizza il fenomeno. Si tratta quindi di una reazione piuttosto comune i cui sintomi includono delle crisi di pianto senza motivi apparenti, irritabilità, inquietudine e ansietà che tendono generalmente a scomparire nel giro di pochi giorni. Ben più gravi e duraturi sono i sintomi della “depressione post-partum” che possono perdurare anche per un intero anno e che comprendono: indolenza; affaticamento; esauriment; disperazione; inappetenza; insonnia o sonno eccessivo; confusione; pianto inconsulto; disinteresse per il bambino; paura di far male al bambino o a se stessa; improvvisi cambiamenti di umore. La scienza medica non ha fornito ancora delle spiegazioni definitive riguardo alle cause del fenomeno, anche se alcuni studi imputano l’apparizione della “depressione post-partum” a cambiamenti ormonali nella donna, più in particolare Read more…


L’anoressia nervosa è una condizione caratterizzata dagli aspetti descritti. Distorsione dell’immagine corporea e paura patologica di ingrassare. La persona si sente grassa anche se è obiettivamente sottopeso, oppure percepisce come “troppo grasse” alcune parti del proprio corpo (in genere l’addome, le cosce, i glutei). Per dimagrire osserva digiuni prolungati, cerca di sbarazzarsi del cibo ingerito (attraverso il vomito e/o l’uso improprio di lassativi, enteroclismi o diuretici), o intraprende un’attività fisica eccessiva. Il risultato è un calo del peso corporeo al di sotto del livello minimo considerato normale per l’età e la statura. Eccessiva influenza del peso e della forma corporea sui livelli di autostima. L’immagine distorta e negativa del proprio corpo influenza negativamente i livelli di autostima, per cui la persona prova sentimenti di incapacità e inadeguatezza, compensati solo in parte dalle sensazioni positive derivanti dall’attuazione di un rigido controllo della propria fame. Tali sentimenti possono spingere il soggetto ad un progressivo isolamento sociale, favorito anche dalla necessità di nascondere le abitudini alimentari incongrue. Alterazioni organiche secondarie alla denutrizione. La perdita di peso è spesso accompagnata da problemi fisici, derivanti dall’inadeguata nutrizione. Il segno più caratteristico è la scomparsa delle mestruazioni (o il ritardo della loro comparsa, nel caso di Read more…


Il vaginismo è una reazione condizionata che probabilmente risulta dall’associazione di dolore e paura ai tentativi di penetrazione vaginale o anche alla sola fantasia di penetrazione. Lo stimolo negativo originario può essere stato dolore fisico o angoscia psicologica. La condizione dolorosa può in certi casi essere ancora attuale, ma in altri casi essa non è riscontrabile. Anatomicamente i genitali della donna vaginismica sono normali. Tuttavia, quando si tenta la penetrazione, l’accesso vaginale si serra talmente che l’atto sessuale è impossibile e persino gli esami vaginali devono essere spesso effettuati sotto anestesia. Questa condizione è dovuta ad uno spasmo involontario dei muscoli che circondano l’accesso vaginale, che si verifica ogni volta che si cerca di introdurre un oggetto nella vagina. In alcune donne, perfino l’idea di introdurre qualcosa in vagina può causare spasmo muscolare. La contrazione può variare da una forma lieve, che induce una certa tensione e disagio, fino a forme gravi, che impediscono la penetrazione. Oltre allo spasmo primario dell’accesso vaginale, le pazienti affette da vaginismo manifestano solitamente anche fobia del coito e della penetrazione vaginale. Questa riluttanza fobica rende i tentativi di coito frustranti e dolorosi. Spesso la fobia della penetrazione è una reazione secondaria al vaginismo primario, Read more…


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Il disturbo di Tourette, o Sindrome di Tourette come viene più spesso chiamato, è un disturbo neurologico. Le caratteristiche della Sindrome di Tourette sono la presenza di vari tic improvvisi, veloci, ripetitivi, non ritmici, stereotipati, parole o movimenti senza uno scopo. Quali sono i sintomi della Sindrome di Tourette? La presenza sia di ripetizione di suoni che di tic motori si manifesta a volte durante la patologia e non necessariamente contemporaneamente. Il manifestarsi svariate volte durante l’arco della giornata quasi tutti i giorni o a tratti durante periodi per più di un anno Evidente difficoltà o fatica nel mantenimento delle relazioni sociali, nel lavoro, o altre importanti aree di azione Manifestarsi prima del compimento dei 18 anni I sintomi possono scomparire per settimane o mesi per volta e subire degli alti e bassi. Quali sono i principali tic che caratterizzano la Sindrome di Tourette? Di norma tic del viso, come un rapido sbattere delle palpebre o movimenti della bocca, possono essere considerati da un genitore un primo sintomo che la sindrome ha colpito il figlio. Rumori involontari, come lo schiarirsi della gola o il soffiare il naso, o tic alle gambe possono essere dei segnali in altri giovani. Vi sono Read more…


  La caratteristica fondamentale del disturbo maschile dell’erezione (impotenza, detto anche disfunzione erettile) è una persistente o occasionale incapacità di raggiungere o mantenere l’erezione per un tempo sufficiente al rapporto sessuale. Perché si possa parlare di impotenza, l’anomalia deve causare notevole disagio o difficoltà interpersonali e non deve essere attribuibile esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (farmaci inclusi) o di problemi medici generali. Ci sono diversi tipi di disfunzione dell’erezione (impotenza). Alcuni soggetti manifestano l’incapacità di avere l’erezione fin dall’inizio dell’esperienza sessuale. Altri hanno un’adeguata erezione e poi perdono la tumescenza tentando la penetrazione. Altri ancora hanno un’erezione sufficientemente valida per la penetrazione, ma perdono la tumescenza prima o durante le successive spinte. Alcuni uomini possono riuscire ad avere l’erezione solo durante la masturbazione o al risveglio. Anche le erezioni masturbatorie possono venire meno, ma ciò è raro. Le difficoltà di erezione dell’impotenza sono spesso associate ad ansia sessuale, timore di fallimento, preoccupazioni sulla prestazione sessuale e ad una ridotta sensazione soggettiva di eccitazione sessuale e di piacere. I problemi di impotenza possono compromettere le relazioni coniugali o sessuali in atto e possono essere la causa di matrimoni non consumati e di sterilità. I disturbi dell’erezione sono molto Read more…


La dipendenza da Internet, meglio conosciuta con il nome di “Internet addiction disorder” (IAD), è un disturbo da discontrollo degli impulsi, con tratti molto simili a quelli del gioco d’azzardo patologico, della dipendenza sessuale e dell’alcolismo. La dipendenza da internet si lega spesso alla dipendenza da computer, tant’è che si usano i termini di dipendenza online o dipendenza tecnologica per indicare il fenomeno nel suo complesso. Non esiste un tipo specifico di persona predisposta allo sviluppo di una dipendenza da internet, anche se risultano più frequentemente a rischio i giovani, gli uomini single, gli studenti universitari, le donne di mezza età e le persone con un più basso livello di istruzione. Sembrano inoltre più vulnerabili i soggetti affette da altri disturbi psicologici quali dipendenze, depressione, solitudine, insoddisfazione nel matrimonio, stress collegato al lavoro, problemi finanziari, insicurezza dovuta all’aspetto fisico, ansia, vita sociale limitata, timidezza, bassa autostima etc… Le persone affette da tale dipendenza tendono a soddisfare, sul piano virtuale, quello che non riescono ad ottenere sul piano della realtà, percependo il mondo reale come un vero e proprio impedimento all’esercizio della propria onnipotenza. Il mondo virtuale,infatti, garantisce l’anonimato e permette al soggetto di inventarsi nuove identità che possano appagare tutti Read more…

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