L’anoressia è un disturbo alimentare che a dispetto del nome (propriamente mancanza di appetito) si manifesta nella volontà di conservare l’appetito perché si ha sempre fame e sempre più voglia di non considerare questo bisogno. L’anoressia nervosa comporta una totale paura di ingrassare legata ad un’ansia estrema di dimagrire. Ci si vede sempre grassi, sempre con qualche chilo in più. L’anoressia è un disturbo molto concentrato soprattutto in quei paesi industrializzati dove il cibo è molto facilmente alla portata di tutti. In un mondo globalizzato in cui i media stabiliscono i canoni di bellezza la donna è quella più soggetta a questo tipo di disturbo (nel 90% dei casi). L’età della pubertà è quella più critica e in questo periodo è sicuramente più semplice iniziare a vedere il proprio corpo come lontano da certe idee di bellezza preconcette. Il soggetto assiste a dei cambiamenti, a un riscontro con la propria sessualità. E’ un ‘bersaglio’ più facile. Se consideriamo poi la personalità del singolo individuo (bassa autostima o perfezionismo) il disturbo alimentare è più facilmente in agguato. Si inizia con una dieta. Il voler perdere peso risulta essere l’obiettivo più ricercato e spesso questo è accompagnato da un impegnativo sforzo fisico Read more…
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Mi chiamo Angelo Rega, sono psicologo clinico, psicoterapeuta e Dottore di Ricerca in psicologia della salute e del rischio individuale e sociale. Attualmente svolgo attività di psicologo a contratto del Servizio di Affido e Adozioni dell'Ambito Territoriale ex NA8 (Casalnuovo di Napoli - Acerra) dove mi occupo del monitoraggio, del supporto psicologico ai minori in stato di affido e di colloqui e valutazioni psicologiche per le coppie che hanno inoltrato richiesta di adozione. L’immergermi nella realtà dell’affidamento familiare e dell’adozione ha costituito il presupposto fondamentale per sviluppare una particolare sensibilità verso le problematiche che i minori e le proprie famiglie vivono nella quotidianità. La mia attenzione ai temi dell’età evolutiva non si esplica soltanto attraverso la pratica clinica ma, anche, attraverso la ricerca scientifica. Svolgo, infatti, la professione di psicologo con mansioni da ricercatore presso il Centro di Riabilitazione Neapolisanit srl (dipartimento di autismo e psicosi infantili), dove mi occupo di ricerche sullo sviluppo e l'applicazione di nuove metodologie di supporto alla comunicazione verbale di soggetti affetti da disturbi pervasivi dello sviluppo. Tutte le mie attività nell’ambito degli studi sull’età evolutiva sono comprovate da una produzione di articoli scientifici e collaborazioni con enti di ricerca. Sono stato, invero, assegnista ricercatore al Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma - Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione ISTC-CNR - e assegnista e borsista di ricerca all'Università Federico II di Napoli - Laboratorio di Cognizione Naturale e Artificiale NAC - del Dipartimento di teorie e metodi delle scienze umane e sociali, e ho svolto un periodo formativo all'esterno presso l'Università del Sud della Danimarca al Maersk MC-Kinney Moller Institutten di Odense. Tutte le attività di ricerca hanno riguardato i temi del disagio cognitivo in età evolutiva. Grazie alle conoscenze acquisite sono stato relatore a convegni sui temi della disabilità e del disagio, nonché, autore di articoli e curatore di alcuni volumi degli atti dell'Associazione Italiana di Scienze Cognitive. Ho partecipato negli anni a differenti progetti di ricerca scientifica finanziati dall'Agenzia Europea EACEA nell'ambito dell'utilizzo della tecnologia nei contesti di apprendimento. Il canale di applicazione pratica delle ricerche prodotte dai miei studi è costituito dall’attività associativa del Centro Studi e Ricerche in Logoterapia e Analisi Esistenziale Viktor Emil Frankl di Acerra (Na), del quale sono presidente, e la partecipazione alle attività dell'Associazione Italiana di Logoterapia e Analisi esistenziale di Roma di cui sono membro. Il Centro Studi e Ricerche in Logoterapia e Analisi Esistenziale V.E. Frankl di Acerra, raccoglie professionisti psicologi e psicoterapeuti che prestato la propria opera clinica a favore di minori e di famiglie indigenti impossibilitati ad ottenere cure psicologiche adeguate. Conduco tutt'ora progetti di ricerca e formazione per minori affetti da disturbi pervasivi dello sviluppo e ritardo scolastico di natura sociale in collaborazione con l'Associazione Italiana Maestri Cattolici nelle scuole di Scampia, Caivano, Crispano e Cardito.
E’ molto difficile riuscire a raggiungere quel grado di consapevolezza che permette a due persone di decidere di separarsi dopo un trascorso insieme. Sono tante le giustificazioni che coprono mancanze e litigi. Il contesto familiare o i figli per esempio. Ma spesso non è solo questo. Chiudere un rapporto significherebbe rendersi conto di aver fallito e molti fanno fatica a volersi confrontare con questo bilancio negativo. Chiudere un rapporto in realtà non è nulla di tutto questo. Anzi alle volte può essere letto come un’opportunità. Vivere insieme comporta che giorno per giorno si assiste alla crescita della persona che si ha al proprio fianco. Anche se spesso non ce ne rendiamo conto subito. Ma può succedere che questo ‘cambiamento’ non è al passo dell’altra persona e da qui possono nascere incomprensioni e mancanze. Per ottenere il meglio da una separazione è necessario amare. E’ l’unica arma vincente per affrontare in maniera costruttiva la separazione. L’ amore attraversa vari livelli di crescita e tra questi accettare le differenze che prima non permettevano il proseguire di una storia è uno di quei livelli che vengono superati attraverso lo scoglio della separazione. E’ importante non lasciarsi influenzare dai giudizi negativi. E’ importante essere Read more…
Il disturbo specifico dell’apprendimento è un disturbo cronico che vede il cervello lavorare alle informazioni che riceve dall’esterno con modalità differenti, per effetto di una diversità a livello celebrale. Questo disturbo è prevalente nella scuola primaria e secondaria di primo grado. Capita spesso di ascoltare frasi del tipo ‘ se si impegnasse di più i risultati sarebbero diversi’; ‘è‘ intelligente ma non si applica‘. Il problema però non è il ‘non studiare’. Il non studiare deriva dall’esistenza di una difficoltà nell’apprendimento. E’ da lì che bisogna partire. Quali sono i sintomi del DSA? -I tempi di attenzione sono diversi: da quelli dei bambini senza disturbo; i bambini con DSA sono facilmente distraibili. Non riescono a concentrarsi su un singolo stimolo, ma sono attratti da tante altre cose contemporaneamente. -Percezione visiva: il bambino con DSA ha difficoltà a percepire correttamente uno stimolo; vede, ma non dà il giusto significato a ciò che osserva. Tale carenza viene spesso confusa con una mancanza di motivazione, ossia ciò che ci permette di fare al meglio quello che sappiamo già fare. I problemi specifici dell’apprendimento non hanno nulla a che vedere con la scarsa motivazione, perché causati da un problema di percezione. Il bambino con DSA si Read more…
Oggi il giornale “La Stampa” pubblica un interessante articolo in base al quale i Ricercatori di Amsterdam sostengono che apprensione, incertezze, fobie, ansia influenzano il processo degenerativo fino a “erodere” le sequenze di dna poste all’estremità dei cromosomi che preservano le informazioni genetiche. Ne risente l’aspetto e tutto l’organismo. Nella ricerca condotta presso la VU University Medical Center Amsterdam, i ricercatori hanno preso in esame oltre 2300 persone, misurando la lunghezza dei loro telomeri dopo una semplice analisi del sangue. Dopo aver classificato i soggetti in base all’età, allo stile di vita e alla presenza di disturbi psicologici presenti o pregressi, i ricercatori hanno mostrato che coloro che soffrivano di disturbi d’ansia – come fobia sociale, agorafobia, attacchi di panico o disturbo d’ansia generalizzato – manifestavano una chiara riduzione della lunghezza dei telomeri, indicativa di un invecchiamento di circa 3-5 anni maggiore rispetto all’età anagrafica. Secondo l’autrice dello studio Josine Verhoeven, benché le cause di questo fenomeno siano ancora sconosciute, il processo potrebbe essere ricondotto all’azione degli ormoni dello stress, i cui livelli risultano alterati nei soggetti che soffrono di disagi psicologici. Trovate l’articolo completo qui Chiama il: 3288848414 INVIA SUBITO UN MESSAGGIO WHATSAPP LEGGI IL CURRICULUM DEL DOTT. REGA LEGGI Read more…
All’inizio pensi che quel movimento incontrollato fatto dal tuo bambino sia solo “un vizietto” di cui si libererà a breve. Poi però ti accorgi che la frequenza con cui alza le spalle o digrigna i denti aumenta e a nulla valgono i tuoi rimproveri o le tue esortazioni a smetterla. E se fosse un tic? Niente paura: nella stragrande maggioranza dei casi questo disturbo, che consiste in una reazione motoria all’ansia, è transitorio e scompare senza necessità d’intervento. Anche nel caso in cui perduri, prima di rivolgersi ad uno specialista, è sufficiente che i genitori adottino comportamenti mirati, così da saper rispondere in modo adeguato al messaggio in codice che vuole mandarci il tic del nostro bambino. Tic “di passaggio” e tic veri e propri: come distinguerli Il tic di passaggio è l’espressione corporea di uno stato di stress momentaneo, di un problema in famiglia, una difficoltà con l’insegnante, la rottura con un amico: tutti problemi che i bambini possono scaricare nel corpo. In questi casi il tic scompare naturalmente quando la difficoltà è superata. Quando l’automatismo motorio perdura per molto tempo, si hanno buone ragioni di pensare che la situazione di stress sia durevole e che il bambino si liberi, Read more…
La mia eiaculazione precoce è iniziata circa sei anni fa (avevo 24 anni), ricordo ancora chiaramente quando mi appartai con una ragazza che mi piaceva molto e proprio prima di iniziare il rapporto eiaculai precocemente. Da qual momento iniziai a vivere i rapporti con una forte ansia e incominciai a percepire nitidamente il problema che avevo, visto che ogni volta che stavo per avere un rapporto sessuale, mi ritrovavo a non poterlo mai portare a conclusione. Inizialmente mi rivolsi a dei medici che mi prescrissero creme desensibilizzanti da spalmare sul pene prima del rapporto ma, nonostante tutto, non ottenevo nessun risultato, anzi, ogni qual volta usavo creme e pomate mi sentivo ulteriormente sconfitto. Dopo circa 4 anni di disagio, sofferenza e sconfitte, decisi di rivolgermi ad uno psicologo. Navigando in rete trovai il sito del Dott. Angelo Rega e lessi dei suoi articoli sull’ansia da prestazione e sull’eiaculazione precoce, decisi con coraggio di chiamare. Sin dalla prima seduta ho avuto la sensazione che quella fosse la strada giusta, per la prima volta la mia ansia aveva una spiegazione e, per la prima volta, non mi sentivo “malato”. In soli 5 mesi di incontri settimanali riuscii ad avere un rapporto completo Read more…
L’ansia di oggi è figlia della prestazione che non ci mette nella condizione di godere di nulla, non ci da neanche il tempo di fermarsi e dedicarsi un momento per un colloquio dallo psicologo! “Il vero viaggiatore sa bene che il viaggio è importante quanto la meta. Anzi spesso di più, perché esso è movimento, trasformazione, conoscenza. Tuttavia egli, raggiunta la meta, sa come goderla; la vive, e poi, quando vuole, riparte verso un’altra meta. Un discorso che dovrebbe esser valido anche per il grande viaggio che è la vita di ognuno; purtroppo non è così e l ‘ ansia è qui a confermarlo.” Più mete, più ansia! Nell’odierna cultura della prestazione ogni volta che si è raggiunto un “traguardo” (un risultato professionale, uno stato sociale o familiare, un acquisto desiderato…), non si riesce a goderlo e ad apprezzarlo perché subito la mente è pronta a produrre un altro limite da superare, e poi un altro ancora. In questo turbine siamo puntualmente assaliti dall’ ansia: se in superficie sembriamo molto attivi e dinamici, nel profondo sappiamo che la vita vera non si muove di un passo e l’ ansia puntualmente ce lo ricorda. Quando non viviamo il presente diamo un assist all’ansia! Read more…
Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità (DOCP) è un disturbo di personalità caratterizzato dalla tendenza al perfezionismo e al raggiungimento di elevati standard di prestazione che si traducono in una attenzione minuziosa per i dettagli, le procedure, le liste, tanto che, spesso, viene perso di vista l’obiettivo finale del compito. Sono presenti, inoltre, eccessiva preoccupazione per l’ordine, perseveranza, ostinazione, indecisione, difficoltà a manifestare le proprie emozioni e tendenza ad essere molto coscienziosi, moralisti e critici, soprattutto verso i propri errori. I soggetti affetti da tale disturbo sono convinti che le regole vadano seguite in modo rigido e mostrano grande difficoltà nel tollerare quelle che considerano infrazioni. Ne conseguono mancanza di flessibilità, bassa tolleranza alla frustrazione e difficoltà a sperimentare situazioni nuove o a correre rischi. Come si manifesta il Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità? I soggetti con DOCP presentano comportamenti coerenti con le seguenti caratteristiche: eccessiva dedizione al lavoro e alla produttività, al punto da minimizzare l’importanza dei momenti di svago e delle amicizie; difficoltà a completare compiti e a raggiungere obiettivi legati a standard interni di comportamento rigidi e irragionevolmente elevati e inflessibili; atteggiamenti eccessivamente moralistici e coscienziosi; difficoltà ad empatizzare, ovvero a comprendere e ad apprezzare idee, sentimenti e comportamenti Read more…
L’ipocondria è un disturbo psicologico la cui sintomatologia prevalente è caratterizzata da un’eccessiva preoccupazione relativa al proprio corpo, ai sintomi fisici ed, in generale, ai temi della salute e della malattia. Il soggetto ipocondriaco vive con la costante paura di poter contrarre una malattia e/o con il sospetto/certezza che una malattia seria sia già in atto. Tali paure, entrambe associate alla paura della morte, determinano reazioni comportamentali diverse: la ricerca di rassicurazione ed il checking nel primo caso, l’evitamento e la fuga nel secondo. La paura di avere già una malattia si associa, generalmente, alla ricerca ossessiva di rassicurazioni mediche, alla richiesta di effettuare test e analisi, al ricorrente auto-esame corporeo, alla ricerca di materiale informativo medico, e al ricorso a preparati farmaceutici o fitoterapici. I pazienti possono adottare in maniera stabile il “ruolo di malato”, vivendo come invalidi ed evitando sforzi occupazionali o responsabilità personali. Possono lamentarsi persistentemente della loro salute e discutere le proprie preoccupazioni in gran dettaglio con chiunque si mostri disponibile ad ascoltarli e possono diventare interlocutori difficili per i propri medici di famiglia. Il rapporto con i medici può risultare pesantemente compromesso laddove il paziente ipocondriaco senta che il proprio medico non è in grado Read more…
DEFICIT ATTENZIONE – CAUSE È normale che talvolta i bambini dimentichino di svolgere i loro compiti, abbiano la testa tra le nuvole in classe, facciano cose senza pensare, siano agitati a tavola. Ma la disattenzione, l’impulsività, l’iperattività sono anche segni del Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività o ADHD. Il deficit può causare problemi a scuola, compromettere la capacità del bambino di apprendere e stare con gli altri. Spesso l’ADHD continua nell’adolescenza e in età adulta e può interferire significativamente nella vita quotidiana, causando intense sofferenze emotive e distruggendo sogni e speranze. Per questo è importante imparare quali siano questi segni e sintomi e chiedere aiuto se li riconoscete nel vostro bambino. Nell’ultimo decennio, gli scienziati hanno imparato molto sul decorso del disturbo e sono ora in grado di identificarlo e di trattare i bambini, gli adolescenti e gli adulti che ne soffrono. I ricercatori non hanno ancora scoperto quali siano le cause dell’ADHD, sebbene molti studi suggeriscano che la genetica giochi un ruolo decisivo. Come molte altre patologie, l’ADHD è probabilmente il risultato di una combinazione di fattori diversi. Oltre alla genetica, i ricercatori stanno cercando possibili fattori ambientali e stanno valutando come eventuali danni cerebrali, elementi legati alla Read more…
“Se riuscire a dimenticare è segno di sanità mentale, il ricordare senza posa è ossessione e follia”. Jack London, Il vagabondo delle stelle, 1915 Avevo un sogno..non so se fosse il MIO sogno oppure l’incarnazione di quello che gli altri si aspettavano da me..in ogni caso era un modo per affermare me stessa, quello che ero stata e quello che avrei dovuto essere..svolgere quella professione sarebbe stato il minimo per me..un risultato quasi scontato per chi aveva sempre ottenuto tutti i risultati brillanti che voleva..mi bastava studiare per ottenere tutto! Cosa importava non uscire, non divertirsi? Alla fine io avevo il mio bel risultato e tanto bastava! Doveva andare così anche questa volta..l’ultima volta..quella fondamentale..quella che mi avrebbe permesso di coronare 20 anni di sacrifici..20 anni spesi sui libri..privandomi di tutto e tutti..privandomi di momenti che non torneranno più..ma ne sarebbe valsa la pena se fossi diventata quello che avrei voluto..se avessi raggiunto quel traguardo così ambito che mi avrebbe fatto essere importante agli occhi di tutti! E invece il mio cervello ha fatto track! Si è rotto l’ingranaggio perfetto e mi è venuto il doc..il doc..una cosa che non riesci nemmeno a capire cosa sia..c’è ma non lo vedi, non Read more…
Il disagio, la frustrazione, la scarsa fiducia in se stessi, la demotivazione e i problemi della condotta sono una conseguenza delle difficoltà di apprendimento, perché il bambino si rende conto di quanto sia faticoso per lui imparare nonostante l’impegno. Spesso sono bambini rimproverati o puniti dai genitori e dall’insegnante, che sono soliti dire: “Se si impegnasse di più, avrebbe maggiori risultati” “E’ un bambino intelligente, ma è svogliato” “Non studia, non si applica” Non studiare non è la causa, ma la conseguenza delle difficoltà di apprendimento. Ecco perché è importante diagnosticare precocemente tali difficoltà ed intervenire con trattamenti specifici. Vediamo ora alcune tipiche manifestazioni dei disturbi dell’apprendimento. Difficoltà nell’elaborazione linguistica: quando l’insegnante pone una domanda alla classe, il bambino con DSA non elabora immediatamente la risposta, ma continua ad elaborare la domanda ed arriva alla risposta molto dopo gli altri bambini. Ha la sensazione che tutto vada molto velocemente e, mentre lui è ancora impegnato nel cercare la risposta, la lezione è già andata avanti. Il bambino con tale disturbo è convinto che gli altri parlino molto velocemente, ma in realtà è lui che ha problemi nell’elaborare le informazioni che gli giungono. I tempi di attenzione sono diversi da quelli Read more…
“Sono stata all’inferno e sono tornata. Undici lunghi anni della mia vita ho vissuto con un’ombra dentro di me, un macigno, una voce che mi ripeteva nella testa : lui non mi vuole. Io, una delle tante, la terza scelta, forse la quarta. All’inizio è stato amore, per me, sconvolgente. Passione che bruciava carne e anima. Con lui mi sentivo io. Mi sentivo intera, unica, viva. Senza di lui mi sentivo mezza, o meglio a pezzi. Ho iniziato a vivere lentamente, ho messo cose tra me e lui. Non cose qualsiasi. Cose che mi piacevano davvero. Ho iniziato a fare foto. A esporle. A frequentare gruppi di volontariato, ho iniziato a percepire che l’amore era dentro di me, e che se non arrivava da lui , arrivava da molte altri parti. Ero cieca, sorda, e all’improvviso ho iniziato a vederci. Il vuoto che sentivo non era più vuoto, era pieno di cose piene. Era bello di cose belle. Non ero più mezza. Ero intera anche senza di lui. Bella senza dovermi vestire e pettinare per lui. Non c’era più il fuoco della passione, non c’era più il brivido della trasgressione, del rischio, del chissà se riuscirò ad averlo ancora, almeno solo una Read more…
Sembra quasi impossibile ma, di fatto, la sindrome ansiosa esordisce soprattutto nell’adulto giovane, intorno ai 20 anni: stiamo parlando di uno stato d’animo caratterizzato da un intreccio di paure e tensioni – generalmente irrazionali – non correlate ad alcun preciso e concreto stimolo esterno. Sintomi La sindrome ansiosa spesse volte degenera in palpitazioni, tachicardia, tremori, nausea, vasocostrizione periferica, iperidrosi ed affaticamento respiratorio, conseguenza soprattutto (ma non solo) dell’aumento dei livelli plasmatici di corticosteroidi e di adrenalina. La sindrome ansiosa è una malattia psicologica che si traduce in effetti realmente apprezzabili, comportando una serie di conseguenze negative sullo stato d’animo del malcapitato: è un sentimento penoso di imminente pericolo e paura. Classificazione delle ansie In generale, la sindrome ansiosa si classifica in due grandi gruppi: Il primo gruppo è caratterizzato da ansie a sé stanti, come ad esempio attacchi di panico, fobie (es. aracnofobia), disturbi di tipo ossessivo-compulsivo (tensioni ed ossessioni percepite come inappropriate ed intrusive, che assediano i pensieri, divenendo insopportabili), ansia da stress; Il secondo gruppo comprende diverse tipologie generalizzate di sindrome ansiosa, come ad esempio ansie situazionali, ansie da prestazione, ansie da separazione ecc. Cause Al tempo attuale, per far fronte ai numerosissimi impegni ed obblighi quotidiani – Read more…
La caratteristica principale del disturbo è l’ansia eccessiva manifestata dal bambino quando si deve separare da qualcuno della famiglia a cui è profondamente legato (di solito la figura materna). Tale stato di ansia deve essere inadeguato al livello di sviluppo e comparire per la prima volta nei primi sei anni di vita. I soggetti affetti da questo disturbo hanno di solito un comportamento normale finché sono in presenza del genitore o della figura primaria di attaccamento, ma manifestano intensa ansia nel momento in cui vengono da essa separati. Inoltre tendono ad esprimere paure irrealistiche e persistenti riguardo al verificarsi di eventi catastrofici che li possano separare per sempre dai genitori: temono di essere uccisi o rapiti o di incorrere in qualche grave incidente o malattia se lontani dai genitori, oppure che ai genitori capiti qualcosa di brutto quando sono lontani. Di solito evitano di rimanere soli anche per pochi minuti. Possono manifestare un’intensa riluttanza ad andare a scuola, in quanto ciò comporta un distacco dalla madre o, più in generale, dalla figura primaria di attaccamento. I bambini con questo disturbo spesso hanno difficoltà all’ora di andare a letto e possono insistere perché qualcuno stia con loro finché non si addormentano. Read more…
L’infanzia e l’adolescenza sono due fasi del ciclo di vita in cui l’individuo affronta numerosi compiti e cambiamenti che costituiscono normali tappe dello sviluppo cognitivo, affettivo e comportamentale. L’ingresso a scuola, l’integrazione con i coetanei, l’apprendimento di regole sociali, i cambiamenti del proprio corpo sono solo alcune delle sfide più importanti in cui il bambino e/o l’adolescente può incontrare difficoltà. In alcuni casi queste possono causare disagi eccessivi e comprometterne il normale funzionamento. Spesso i bambini hanno difficoltà a verbalizzare i propri bisogni ed è per questo motivo che è importante individuare il più precocemente possibile eventuali segni di disagio che frequentemente vengono espressi attraverso comportamenti più o meno visibili. Un intervento psicologico da parte di specialisti dell’età evolutiva è indicato non solo in casi di disturbo conclamato ma anche a scopi preventivi, di diagnosi e di sostegno. Fonte: ipsico.org Chiama il: 3288848414 INVIA SUBITO UN MESSAGGIO WHATSAPP LEGGI IL CURRICULUM DEL DOTT. REGA LEGGI LE OPINIONI DEGLI ALTRI PAZIENTI PSICOLOGO – PSICOTERAPEUTA ACERRA