L’ansia si sa, se utilizzata nella giusta maniera in quanto meccanismo fisiologico è capace di motivarci al raggiungimento di un obiettivo e a risolvere quelle questioni che richiedono concentrazione. Il problema dell’ansia però arriva nel momento in cui viene utilizzata e gestita nella maniera sbagliata. E’ proprio a questo punto che da arma di forza diventa per noi un ostacolo che non permette di sentirci adeguati alle situazioni. E’ un auto sabotaggio bello e buono. L’ansia da prestazione è un particolare tipo di ansia che si differenzia dalle altre tipologie per l’importanza che il soggetto dà al contesto ambientale e soprattutto al concetto di prestazione. Ciò che alimenta l’ansia da prestazione è una parolina che costantemente si cerca di ricordare soprattutto quando si è dinanzi a obiettivi da raggiungere che richiedono tanto impegno e la cui realizzazione ha molta importanza. La parolina che alimenta l’auto sabotaggio è la “perfezione”. Cercare assiduamente di raggiungere la perfezione non fa altro che far dipendere le nostre azioni da un pensiero: niente perfezione = impossibilità di raggiungere il successo e essere quindi rifiutati dagli altri. Basta incappare in un solo errore e l’autostima della persona che cerca costantemente di raggiungere l’orizzonte della perfezione crolla Read more…
Author Archives: PSICOLOGO ACERRA PSICOLOGO NAPOLI
Mi chiamo Angelo Rega, sono psicologo clinico, psicoterapeuta e Dottore di Ricerca in psicologia della salute e del rischio individuale e sociale. Attualmente svolgo attività di psicologo a contratto del Servizio di Affido e Adozioni dell'Ambito Territoriale ex NA8 (Casalnuovo di Napoli - Acerra) dove mi occupo del monitoraggio, del supporto psicologico ai minori in stato di affido e di colloqui e valutazioni psicologiche per le coppie che hanno inoltrato richiesta di adozione. L’immergermi nella realtà dell’affidamento familiare e dell’adozione ha costituito il presupposto fondamentale per sviluppare una particolare sensibilità verso le problematiche che i minori e le proprie famiglie vivono nella quotidianità. La mia attenzione ai temi dell’età evolutiva non si esplica soltanto attraverso la pratica clinica ma, anche, attraverso la ricerca scientifica. Svolgo, infatti, la professione di psicologo con mansioni da ricercatore presso il Centro di Riabilitazione Neapolisanit srl (dipartimento di autismo e psicosi infantili), dove mi occupo di ricerche sullo sviluppo e l'applicazione di nuove metodologie di supporto alla comunicazione verbale di soggetti affetti da disturbi pervasivi dello sviluppo. Tutte le mie attività nell’ambito degli studi sull’età evolutiva sono comprovate da una produzione di articoli scientifici e collaborazioni con enti di ricerca. Sono stato, invero, assegnista ricercatore al Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma - Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione ISTC-CNR - e assegnista e borsista di ricerca all'Università Federico II di Napoli - Laboratorio di Cognizione Naturale e Artificiale NAC - del Dipartimento di teorie e metodi delle scienze umane e sociali, e ho svolto un periodo formativo all'esterno presso l'Università del Sud della Danimarca al Maersk MC-Kinney Moller Institutten di Odense. Tutte le attività di ricerca hanno riguardato i temi del disagio cognitivo in età evolutiva. Grazie alle conoscenze acquisite sono stato relatore a convegni sui temi della disabilità e del disagio, nonché, autore di articoli e curatore di alcuni volumi degli atti dell'Associazione Italiana di Scienze Cognitive. Ho partecipato negli anni a differenti progetti di ricerca scientifica finanziati dall'Agenzia Europea EACEA nell'ambito dell'utilizzo della tecnologia nei contesti di apprendimento. Il canale di applicazione pratica delle ricerche prodotte dai miei studi è costituito dall’attività associativa del Centro Studi e Ricerche in Logoterapia e Analisi Esistenziale Viktor Emil Frankl di Acerra (Na), del quale sono presidente, e la partecipazione alle attività dell'Associazione Italiana di Logoterapia e Analisi esistenziale di Roma di cui sono membro. Il Centro Studi e Ricerche in Logoterapia e Analisi Esistenziale V.E. Frankl di Acerra, raccoglie professionisti psicologi e psicoterapeuti che prestato la propria opera clinica a favore di minori e di famiglie indigenti impossibilitati ad ottenere cure psicologiche adeguate. Conduco tutt'ora progetti di ricerca e formazione per minori affetti da disturbi pervasivi dello sviluppo e ritardo scolastico di natura sociale in collaborazione con l'Associazione Italiana Maestri Cattolici nelle scuole di Scampia, Caivano, Crispano e Cardito.
La dismorfofobia è un disturbo psicologico caratterizzato da un’eccessiva paura di avere difetti sul proprio corpo. Il soggetto affetto da questo disagio è portato ad avere una visione irrealistica del proprio corpo e ad esserne ossessionato. Ma in realtà la sua immagina è normale. Il disturbo da dimorfismo corporeo mina il campo delle relazioni sociali e personali, conduce la persona a ridimensionare la propria vita che è completamente condizionata dall’immagine che ha del suo corpo o dei difetti che nota. Il disturbo colpisce prevalentemente i giovani adolescenti di entrambi i sessi. Le ragazze si vedono grasse, prendono di mira il proprio seno, i capelli, le cosce, i fianchi. I ragazzi inizieranno a preoccuparsi del pene, testicoli, i capelli. Queste ansie sono legate all’età del cambiamento, ma quando questa normale insicurezza si trasforma in fobia iniziano ad insorgere i disturbi per l’esigenza di porre rimedio al difetto. Bulimia, anoressia, stress emotivo sono i disturbi legati. Le cause della dismorfofobia sono legate ad una scarsa stima di sé e ad una forte insicurezza. L’adolescenza è un’età di cambiamenti e conoscere il proprio corpo può essere qualcosa che mette preoccupazioni eccessive. Ad incrementare il problema è la visione distorta che i media forniscono Read more…
…Quando la psicosomatica risponde Spesso può capitare che la cura per dolori alle ossa e ai muscoli non vada per forza di cose ricercata nei farmaci. Certo ci sono patologie che lo richiedono, ma nel caso di fastidi transitori o dolori passeggeri spesso la causa è da imputarsi ad altri fattori come vita frenetica e stress. E’ molto importante ascoltare quelli che sono i segnali che il nostro corpo ci invia e considerare che il miglioramento di alcuni comportamenti potrebbe ridurre o eliminare quei fastidiosi dolori. La vita che la nostra società impone è una vita ipercinetica, frenetica, stressante ed è normale che l’apparato locomotore risponda con segnali specifici, che vanno però compresi. ‘Non si tratta di semplici e ipotetiche interpretazioni: l’evidenza clinica associata alla struttura di personalità, allo stile di vita, al modo di pensare, alla sessualità, portano a individuare nei vari sintomi dei messaggi ben precisi, che sono una manifestazione di sofferenza, di frustrazione e, nello stesso tempo, una richiesta di aiuto, una proposta di cambiamento’. E’ normale e importante dover rispondere ai ritmi della nostra vita, ma ancora più importante è rispondere alla nostra salute e apportare dei miglioramenti o evitare di non tenere in considerazioni questi fastidi Read more…
Gli attacchi di panico si manifestano con episodi di intensa paura e ansia e sono accompagnati da sintomi come sudorazione, palpitazioni, sensazione di soffocamento, tremore, nausea, vertigini, paura di morire. La prima volta è un’esperienza inaspettata e terribile per chi l’ha provata e spesso ci si ritrova ad aver paura della paura stessa e questo condurrebbe al disturbo di attacco di panico, un circolo vizioso in cui la persona soggetta a continui attacchi ha più paura dell’attacco stesso che di ciò che l’ha realmente causato. Con la paura dell’attacco di panico diventa praticamente impossibile uscire di casa, prendere l’autobus, stare da soli in strada. Ha una durata di 15-30 minuti caratterizzati da notevole apprensione e disagio. Cosa fare quando arriva la crisi? –Innanzitutto “proteggersi” e quindi andare via dal contesto in cui l’attacco si è scatenato. -Cercare una posizione comoda possibilmente evitando di sdraiarsi (spesso peggiora i sintomi degli attacchi di panico). -Prendere un po’ d’aria. Spesso le crisi portano con sé la sensazione di avere troppo caldo. -Chiedere aiuto. Se si ha la sensazione di perdere il controllo è bene chiedere aiuto a qualcuno perché stia vicino durante il momento della crisi. Durante un attacco di panico la persona Read more…
La dipendenza da internet (internet addiction) include vari fenomeni che hanno tutti il denominatore comune nel cyberspazio. Non è internet stesso a creare dipendenza, piuttosto lo sono una serie di attività legate ad esso. Tra queste vi è il gambling (gioco d’azzardo online), la dipendenza dai social network o il cyber sex. Il cyber sex è un tipo di dipendenza sessuale che assicura anonimità e una grande facilità di accesso, elementi che incrementano il successo di queste attività alimentandone la dipendenza. Lo stesso discorso lo si fa per il gambling. Possibilità di giocare in qualsiasi momento della notte o del giorno e possibilità di connettersi ovunque. L’uso compulsivo della rete influisce di molto su quelle che sono le attività lavorative e le relazioni sociali, arrivando a concretizzarsi in un vero e proprio disturbo. Ciò che determina la patologia si basa non su un certo quantitativo di ore spese dinanzi ad un dispositivo connesso, perché questo differisce da persona a persona. Ciò che determina piuttosto la dipendenza da internet è la difficoltà a disconnettersi nonostante le conseguenze negative che ha sulla vita. Secondo i dati Helpguide.org i segnali di una possibile dipendenza da internet sono: -Perdere il senso del tempo online Read more…
“Quando la paura di ammalarsi diventa essa stessa una malattia”. L’ipocondria nella psicologia clinica è un disagio legato alla paura di essere affetto da qualche malattia grave o mortale basata, come chiarisce il DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) “sulla erronea interpretazione di sintomi somatici da parte del soggetto” Il termine “ipocondria” a dispetto della sua diffusione soprattutto in tempi moderni, ha radici molto antiche. Risale ad Ippocrate che descrisse il male dell’ipocondriaco un disordine dello stomaco e della mente che procurava problemi digestivi, tristezza e paura di morire. Gli ipocondriaci richiedono di frequente visite mediche e test diagnostici tenendo sotto controllo il proprio corpo in maniera costante. Tutto questo in realtà è la soluzione inconsapevole al grande senso di vulnerabilità e debolezza proprie della persona che non riconosce la natura psicologica del suo problema e cerca di trovare ragioni in rapporto alla propria salute fisica. Spesso gli esiti dei test non tendono a rassicurare l’ipocondriaco, che al contrario non ha fiducia in ciò che dice il medico perché a suo parere non è stato in grado di comprendere il vero problema. La sua attenzione è completamente concentrata sulla ricerca di quel qualcosa che spieghi le proprie sensazioni e i propri dubbi Read more…
L’autolesionismo è un disturbo molto diffuso tra gli adolescenti e vede il soggetto procurarsi tagli e ferite sul corpo usando forbici, coltelli, chiodi, pezzi di vetro o qualsiasi altro oggetto che possa avere una finalità di questo tipo. Qualsiasi tipo di autolesione ha come obiettivo quello di concentrarsi sul dolore fisico e non sentire quello emotivo. Tagliarsi dà l’illusione di sollievo, quasi euforia e questa sensazione crea quella dipendenza per cui l’adolescente ricorre a questa pratica per buttare fuori i dolori emotivi che gli pesano. Ogni cicatrice è qualcosa che la persona non riesce ad esprimere a parole. Qual è la causa? E’ difficile indicare una causa univoca che spinge l’adolescente ad utilizzare il proprio corpo in questo modo. Spesso sono un insieme di cause a provocare questi impulsi. L’incapacità di affrontare situazioni di stress, incapacità di esprimere le proprie emozioni, il voler in qualche modo attirare attenzione per esprimere un disagio o una difficoltà interiore. Spesso può capitare anche che l’appartenenza ad un gruppo incrementi il ricorrere a questa soluzione, ci si sente compresi da chi cerca di risolvere le proprie sofferenze allo stesso modo. Dinanzi a questo tipo di disturbo la persona ha solo bisogno di qualcuno che possa non Read more…
NES (Night eating syndrome) o meglio conosciuta come ricorrenza alle abbuffate notturne è un disagio che si colloca tra 3 tipi di disturbi. Il disturbo alimentare, il disturbo del sonno e il disturbo dell’umore. Sarà compito dello psicoterapeuta riuscire a comprendere su quale binario viaggia questo ricorrere alla soluzione delle abbuffate notturne. Disturbo del sonno. Partendo da questo tipo di disturbo spesso il soggetto che durante la notte in preda alla fame divora tutto ciò che gli si presenta dinanzi cerca in realtà di trovare una soluzione per conciliare il sonno. L’assumere carboidrati o zuccheri ha un effetto sedativo sul sistema nervoso causando sonnolenza ma questa soluzione in realtà imposta anche un circolo vizioso per cui la notte seguente si avrà nuovamente lo stesso problema. Cosa induce questo circolo vizioso? Le abbuffate notturne comportano una serie di effetti collaterali che si ripercuotono sul resto della giornata costituendo le basi su cui si costruisce questo circolo vizioso. Tra gli effetti avremo sonnolenza mattutina, mancanza sistematica di appetito per la colazione, sensi di colpa e allenamenti continui per rimediare alle abbuffate notturne. Questi non fanno altro che peggiorare i sintomi predisponendo uno stato di rabbia e frustrazione che facilmente trovano rimedio nel Read more…
Chi si trova ad affrontare un particolare momento di stress in ambito lavorativo può essere colpito da un malessere che porta con sé una serie di manifestazioni e che viene definito “sindrome da esaurimento o stress lavorativo”, o “SINDROME DA ESAURIMENTO LAVORATIVO: BURNOUT”. Il Dott. Angelo Rega psicologo e psicoterapeuta ha risposto ad alcune domande per approfondire questa tipologia di stress che colpisce sempre più lavoratori. Cos’è innanzitutto la sindrome da esaurimento lavorativo? Questo malessere viene più propriamente definito “sindrome burnout” e letteralmente significa “bruciati dal lavoro”. E’ un disagio psicofisico che colpisce chi vive un particolare momento di stress che lo vede perennemente affaticato, logorato dal lavoro e poco produttivo. Il soggetto in questione ha difficoltà a reagire alla situazione lavorativa vissuta in maniera molto stressante. Quali sono le professioni più colpite da questa sindrome? La sindrome da esaurimento lavorativo interessa professionisti impegnati in attività interpersonali, le cosiddette professioni d’aiuto come medici, insegnanti, assistenti sociali o poliziotti ma anche familiari che assistono i propri malati in casa. Quali sono i sintomi? Il paziente affetto da questa sindrome più che da una stanchezza costante è continuamente accompagnato da disturbi fisici, psicologici e interpersonali. Insonnia, dolori muscolari, fatica cronica, disturbi gastrointestinali, Read more…
La Teoria dell’attaccamento è stata definita nel dopoguerra dallo psicologo e psicanalista britannico John Bowlby. Questa teoria ha costituito un modello di rottura rispetto alle teoria psicodinamiche classiche sullo sviluppo della relazione madre-bambino. La teoria ritiene l’esistenze ‘di una predisposizione innata negli esseri viventi, non solo negli uomini, a ricercare e mantenere una condizione di accessibilità fisica ed emotiva con la figura di riferimento o cargiver’. Sono state identificate, grazie al contributo di M. Ainsworth prima e di M. Main e J. Solomon dopo, quattro tipologie di attaccamento. SICURO INSICURO EVITANTE INSICURO AMBIVALENTE DISORGANIZZATO Il bambino SICURO è un bambino che ha sempre manifestato le proprie emozioni negative, che attivamente ha preso parte all’ambiente che gli appartiene e che ha avuto figure di riferimento costanti. Un bambino sicuro sarà un adulto capace di rendersi indipendente dagli altri, di chiedere aiuto e in grado di riconoscere il momento del distacco. Il bambino INSICURO EVITANTE è un bambino che è stato costantemente abituato a inibire le proprie emozioni negative, perché segnali di debolezza e fragilità. La figura di riferimento è spesso infastidita da comportamenti che attirerebbero la sua attenzione, come ad esempio il pianto. Il bambino allora si forma rispondendo diversamente a Read more…
L’insonnia è un disturbo del sonno per il quale il soggetto ha difficoltà a dormire, si sveglia molte volte durante la notte e fatica a riprendere sonno con conseguenze che si ripercuotono sul corso della giornata perché ci si sente sempre affaticati, stanchi, con poca concentrazione e difficoltà a ricordare ed apprendere. Se perdura questo disturbo si possono avere effetti anche psicopatologici legati alla depressione per esempio. La ricerca ha tentato di spiegare se la relazione tra le infiammazioni cellulari e la depressione potesse avere un legame con i disturbi del sonno. La ricerca ha spiegato che un aumento dell’infiammazione cellulare può comportare una maggiore produzione delle proteine C-Reattive (PCR) con conseguenti sintomi depressivi e disturbi del sonno. Un gruppo di ricercatori dell’Università della California, ritenendo l’infiammazione cellulare il fattore che provoca insonnia, ha studiato gli effetti della terapia comportamentale e del Tai chi su di esso. ‘La psicoterapia cognitivo-comportamentale per i disturbi del sonno consiste essenzialmente in una psicoeducazione, in un rafforzamento delle associazioni tra il letto e il momento di andare a dormire e in una ristrutturazione dei pensieri disfunzionali legati al sonno. Il trattamento dell’insonnia ha come obiettivo primario quello di migliorare la qualità e la quantità Read more…
La sindrome del colon irritabile è un’alterazione del benessere intestinale, un disturbo cronico che si manifesta con mal di pancia, spasmi, stipsi, diarrea, costipazione, gonfiore, dolori addominali. Questo disturbo gastrointestinale colpisce fino al 16% della popolazione degli Stati Uniti. Un gruppo di ricercatori della Vanderbilt University Medical Center ha svolto una ricerca (pubblicata sulla rivista Clinical Gastroenterology and Hepatology) analizzando 41 studi clinici che coinvolgevano oltre 2.200 pazienti. La ricerca ha dimostrato che gli effetti benefici della psicoterapia applicata a questo disturbo permangono a 6 mesi di distanza dal termine della terapia perdurando fino a 12 mesi. «Il nostro studio è il primo che ha esaminato gli effetti a lungo termine», ha detto l’autore senior Lynn S. Walker, professore di pediatria presso la Vanderbilt University Medical Center. «Abbiamo scoperto che i moderati effetti benefici che terapie psicologiche conferiscono a breve termine continuano nel lungo periodo. Ciò è significativo perché la sindrome del colon irritabile è una condizione cronica e intermittente per la quale non esiste un buon trattamento medico». L’analisi ha incluso diversi tipi di psicoterapia: dalle terapie cognitive a quelle basate sull’ipnosi. Quanto all’effetto benefico ottenuto, non sono state riscontrate differenze tra queste terapie e neppure tra quelle effettuate Read more…
Eritrofobia o propriamente paura di arrossire è un disturbo originato da una serie di sintomi e fattori genetici dell’individuo che ha la propria fonte nell’emotività dello stesso. Si manifesta fisicamente attraverso la cosiddetta ‘iperemia del viso’ che assume un colorito acceso. Ciò avviene a causa di un aumento della quantità di sangue nei vasi superficiali dilatati. A questo disturbo sono legati fattori psicologici come la paura di trovarsi di fronte a situazioni difficile da affrontare, paura di sbagliare, di fallire. Questo disturbo si manifesta soprattutto quando la persona deve affrontare un pubblico, deve parlare dinanzi ad una platea perché qui la paura e l’ansia che deriva da quella situazione si affianca a quella di arrossire avvertendo tachicardia, tensione a livello del torace e calore nelle parti alte del corpo. Molteplici possono essere le CONSEGUENZE: senso di insicurezza, di imbarazzo e di inferiorità di fronte agli altri; rifiuto nell’affrontare nuove situazioni che potrebbero scatenare il disturbo; astensione dall’esprimere le proprie opinioni all’interno di un gruppo, anche se si è convinti che siano più valide delle altre; scelte professionali in cui non vi siano contatti con il pubblico o con troppi collaboratori: spesso sono professioni al di sotto della propria qualifica; si Read more…
Il Disturbo borderline di personalità è un disturbo della regolazione delle emozioni che porta il soggetto a veloci cambi d’umore, una forte impulsività e difficoltà relazionali. Il disturbo borderline è uno dei disturbi di personalità più diffusi soprattutto tra i giovani. L’inizio avviene in età adolescenziale o prima età adulta. Il soggetto affetto da questo disturbo di personalità riesce facilmente a passare da uno stato di serenità a grande tristezza. E’ colpito da cascate emotive contrastanti che gli creano gran caos. Questi sbalzi emotivi sono dovuti ad aventi relazionali anche di media piccola portata che in altri soggetti non comporterebbero le stesse conseguenze o reazioni. La loro reazione emotiva è molto più immediata e duratura da qui la disregolazione emotiva che è più complicata da gestire. Un’altra particolarità di coloro che soffrono di questo disturbo è la difficoltà a riflettere in maniera oggettiva e lineare sui rapporti interpersonali, sulle proprie azioni e stati d’animo. Spesso intrattengono relazioni non molto durature e poco facili e tra le altre cose l’idealizzazione del partner è comune. Non conoscono mezze misure e questo si riflette anche nel giudizio sulle persone con cui intrattengono rapporti. Esistono solo buoni o cattivi quindi idealizzazione o svalutazione dell’altro. Read more…
La dipendenza affettiva o ‘love addiction’ è uno stato patologico nel quale una persona vive il proprio rapporto sentimentale nella maniera più passiva possibile. Oggetto della dipendenza è l’amore stesso che può indirizzarsi verso il proprio partner o anche un genitore o amico. La persona dipendente cerca in ogni modo di compiacere l’altra, vivendo il rapporto in funzione dell’altra persona. Il solo pensiero di non poter più vivere con lei getta il dipendente nella crisi più totale. Spesso coloro che soffrono di questo stato sono persone che non credono in sé stesse, persone fragili alla ricerca di una persona che possa fornire loro quel sostegno di cui credono di aver bisogno, anche se l’altra può servirsene e abusarne. A loro importa solo lo stare bene insieme, a qualsiasi costo a volte. Riuscire a rendersene conto è l’inizio della libertà. Si arriva alla consapevolezza di trovarsi in una gabbia d’oro in cui il volerci rimanere sembra essere il bisogno ma il liberarsi è la necessità. Spesso chi resta vittima della dipendenza affettiva ha a che fare con un partner che avvalora le considerazioni su di sé del dipendente, è una persona forte e sicura di sé che funge da protezione per Read more…
Essere sottoposti a continue richieste esterne di carattere sociale, emotivo o cognitivo può compromettere la risposta del nostro organismo e scatenare stress e disturbi collegati. Lo stress attraversa tre fasi definite. Fase di allarme -> in questa fase l’individuo cerca di rispondere alle eccessive richieste Fase di resistenza -> il soggetto si adatta alle eccessive richieste Fase di esaurimento -> l’individuo cede e compaiono i primi sintomi emotivi e fisici. Lo stress può distinguersi in due categorie. Lo stress acuto si verifica in una sola volta e in tempi brevi. Lo stress cronico invece ha una durata meno limitata. Lo stress cronico può a sua volta manifestarsi come stress cronico intermittente che ha un tempo limitato e cadenza regolare oppure stress cronico propriamente detto che è invece di lunga durata Lo stress può essere provocato da: eventi della vita sia piacevoli che spiacevoli (ad esempio: matrimonio, nascita di un figlio, morte di una persona cara, divorzio, pensionamento, problemi sessuali); cause fisiche: il freddo o il caldo intenso, abuso di fumo e di alcol, gravi limitazioni nei movimenti; fattori ambientali: la mancanza di un’abitazione, ambienti rumorosi, inquinati sono fattori determinanti di un certo stato di stress; malattie organiche: quando il nostro corpo è affetto da una malattia, l’intero Read more…