NES (Night eating syndrome) o meglio conosciuta come ricorrenza alle abbuffate notturne è un disagio che si colloca tra 3 tipi di disturbi. Il disturbo alimentare, il disturbo del sonno e il disturbo dell’umore.
Sarà compito dello psicoterapeuta riuscire a comprendere su quale binario viaggia questo ricorrere alla soluzione delle abbuffate notturne.
Disturbo del sonno. Partendo da questo tipo di disturbo spesso il soggetto che durante la notte in preda alla fame divora tutto ciò che gli si presenta dinanzi cerca in realtà di trovare una soluzione per conciliare il sonno. L’assumere carboidrati o zuccheri ha un effetto sedativo sul sistema nervoso causando sonnolenza ma questa soluzione in realtà imposta anche un circolo vizioso per cui la notte seguente si avrà nuovamente lo stesso problema. Cosa induce questo circolo vizioso?
Le abbuffate notturne comportano una serie di effetti collaterali che si ripercuotono sul resto della giornata costituendo le basi su cui si costruisce questo circolo vizioso. Tra gli effetti avremo sonnolenza mattutina, mancanza sistematica di appetito per la colazione, sensi di colpa e allenamenti continui per rimediare alle abbuffate notturne. Questi non fanno altro che peggiorare i sintomi predisponendo uno stato di rabbia e frustrazione che facilmente trovano rimedio nel cibo e il rilascio di endorfine legato a continua attività fisica e iponutrizione conciliano l’insonnia facendo sì che il problema persista per molto.
In caso di disturbo del sonno il soggetto non si preoccupa molto della forma fisica relegando il senso di colpa nell’inconscio a differenza di ciò che succede invece nel caso di un disturbo alimentare dove invece il senso di colpa fa seguire un rigido regime alimentare durante il giorno facendo sì che il circolo vizioso si innesti ancora più in maniera incisiva.
Naturalmente questo scompenso alimentare notte/giorno non fa che incidere sull’umore. Le abbuffate notturne infatti comportano continue flessioni dell’umore verso il basso con disturbi di ansia, difficoltà a dormire e ricerca di uno sfogo nell’alimentazione.
Il trattamento necessita di un controllo che si diriga su più fronti poiché può riferirsi a più disturbi. Dapprima un controllo sulla fisiologia del sonno per escludere un disturbo a carico dei sistemi neuronali per poi concentrarsi su un percorso psicoterapeutico che si orienti verso un cambiamento delle abitudini alimentari. L’approccio psicoterapeutico sarà importante al fine di individuare i fattori scatenanti l’abbuffata e trovare il modo di porvi rimedio.
[fonte alimentazioneinequilibrio.it]
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